Frassinoro

 

 

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E' nota la preesistenza in questo luogo, posto sulla via Bibulca, di una cappella collegata ad uno dei numerosi ospizi distribuiti lungo quell'importante itinerario di valico. Non è possibile stabilire con certezza quando sorse questa chiesetta. II Bucciardi sostenne che essa fu una delle tre cappelle dipendenti dalla pieve di Rubbiano già alla fine dell'Vlll secolo, con le altre due di Santa Maria Assunta di Polinago, in Val Rossenna, e di Santa Giulia dei Monti, sulla vetta del monte omonimo. E per un origine tanto antica depongono in effetti alcuni degli avanzi architettonici venuti alla Iuce a Frassinoro, il cui ornato presenta caratteri stilistici che li fanno assegnare al periodo italo-bizantino dei secoli dal Vll al X e che potrebbero dunque risalire a quell'epoca. Anche se non cosi antica, e comunque verosimile che questa prima chiesa di Frassinoro esistesse gia al tempo in cui Sigifredo I, verso il 930, estese i suoi domini nella montagna modenese, nonostante nemmeno questo punto possa essere sicuramente documentato. La giurisdizione ecclesiastica della pieve di Rubbiano sulla cappella di Frassinoro si protrasse fino alla prima metà dell'XI secolo, quando essa, con I'ospizio annesso, fu assoggettata al monastero benedettino di Polirone, nel Mantovano. Con ogni probabilità, fino ad allora la piccola chiesa era stata officiata solo occasionalmente da un presbitero che vi saliva da Rubbiano. Dopo il suo assoggettamento al monastero mantovano dovette avere un monaco che provvide in modo stabile alla vita religiosa della popolazione locale. Allo stesso modo, I'ospizio che l''affiancava dovette essere servito dopo di allora da alcuni conversi o monaci laici, col compito di provvedere alle necessità dei viandanti che transitavano da Frassinoro. II Margarini, lo storico seicentesco dell'ordine Benedettino, che fornisce la notizia dell'assegnazione di Frassinoro al monastero di San Benedetto di Polirone, non precisa quando ciò sia avvenuto, né se ad opera di Tedaldo di Canossa, al quale si dovette la fondazione, nel 1007, di quel convento, o del figlio e successore Bonifacio. E ci si deve accontentare di collocare I'avvenimento fra il 1007 e il 1052, anno della morte di quest'ultimo. Dopo un periodo di potenza e splendore di Frassinoro legato alle vicende della abbazia Benedettina fondata da Beatrice di Canossa (a tal proposito si rimanda alla sezione "La val Dragone nella storia"), tramontato il potere dei monaci benedettini, la sua storia si confuse con quella di Montefiorino, della cui Podesteria fece parte dal 1426. II paese odierno, per gli interventi radicali subiti da quasi tutti gli edifici, non presenta caratteri di particolare interesse. Discosta e più in basso delI'abitato sorge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e di San Claudio, eretta nel Quattrocento sulle rovine della chiesa abbaziale. L'interno, diviso in tre navate da massicci e tozzi pilastri che sostengono ampie arcate a tutto sesto e con soffitto a capriate lignee, è di rustica potenza. Il grande organo collocato sulla tribuna sovrastante il portale di ingresso fu realizzato agli inizi del secolo dai fratelli Antonio e Giuseppe Battani, famosi organari locali. La Madonna col Bambino sull'altare al fondo della navata destra è uno stucco policromo toscano del XV secolo. L'altare maggiore, in legno intarsiato, è ottocentesco. L'ancona murata nell'abside, di legno dipinto e dorato, accoglie una tavola coeva con I'Assunta e i Santi Claudio e Lorenzo. Seicentesco è pure un dipinto conservato nella sacrestia e raffigurante la Sacra Famiglia. Della suppellettile fa parte la celeberrima colombina eucaristica, unico pezzo conservato in loco dell'antico tesoro abbaziale. Si tratta di una pisside a forma di colomba fusa nel bronzo, rifinita a cesello e decorata a smalti. II raro oggetto liturgico, uno dei pochi conosciuti in tutto l'occidente cristiano è attribuito a maestri orafi dell'area di Limoges della fine del XII secolo e dell'inizio del XIII; e la sua lontana provenienza dalla francia occidentale dà la misura di quanto fossero estesi i collegamenti culturali dell'abbazia di Frassinoro al tempo del suo massimo sviluppo e prestigio. Di manifattura limosina e databile all'inizio del XII secolo è pure un candelabro pasquale in ferro battuto, con sfere e padelletta in rame dorato, proveniente anch'esso dalla suppellettile dell'abbazia medioevale, ma conservato nel Museo Civico di Modena. Della stessa raccolta fanno parte una patena in rame, dal bordo decorato a cesello e ornato di pietre dure in castoni a rilievo, che forse faceva da base alla colombina eucaristica e ne condivide origine e datazione; ed una croce da altare, in legno rivestito di una lamina di rame dorato, con vetri olicromi incastonati, forse dovuta ad officina orafa renana e appartenuta probabilmente all'arredo originario delI'abbazia di Frassinoro e pertanto databile alla seconda meta dell'XI secolo.

 

Bibliografia: "L'Appennino Modenese di Ponente", Comunità Montana Appennino Modena Ovest, 1996