NIAGARA, MAIEUTICA,

NO NAME, DLOOWE

 

di Francesco Dignatici


Fonte: La luna nuova - Marzo 2012, num. 39

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Quattro differenti formazioni ed una storia che più intricata non si può

 

 

Se sono qui è perché della vostra storia non ci ho capito niente…

Gabry Facchini: Neanche tu?

 

Non credo. Cominciamo dal principio.

Dany Bettuzzi: Il 5 aprile del 2007 è stato un giorno speciale. Io e Jack Galvani ci siamo incontrati. Non so se per noia o per passione, decidemmo di mettere su un fottuto gruppo grandioso. Volevamo essere diversi, senza pregiudizi, senza discriminazioni. Tutti erano bene accetti, persino quelli ricci e brutti.

G.F. Ci sentivamo anti-conformisti. Così siamo rimasti, non ci siamo mai adeguati. Non siamo mai diventati commerciali.

D.B. Cominciammo suonando un pezzo nostro. Anche perché le cover non ci venivano. "E' come" è nata così. Quel giorno non c'era solo Jack con me. Chiamammo Michele . Anche lui aveva già un legame a filo multiplo con il rock and roll: era nipote di Fonsino. Inoltre ci era stato segnalato da Ottavio Piacentini che lo voleva nella Corale Palaganese. Così l'ho anticipato e me lo sono preso io. "Ci ho visto lungo", pensai. A questo punto eravamo in tre. Diventare i nuovi Nirvana era una possibilità, ma nessuno sapeva suonare la batteria. Optammo per Daniel Cojocaru, batterista di buona fama, proveniente dall'Est. Sarà stato il fatto che noi eravamo abituati al 4/4, mentre lui aveva in testa tempi dispari, di sapore balcanico. Fatto sta che non portammo mai a termine un solo pezzo. La scintilla non riuscì a scoppiare.

 

"Scoccare", pezzo di ignorante.

D.B. "Scoccare". Daniel partì per un lungo viaggio nella terra natìa, per ritrovare se stesso. Anche quando ritornò, fu impossibile per lui ricominciare: si era buttato sul calcio.

G.F. E così ci fu quella festa delle medie. Io e Vanno [Francesco Rioli, n.d.a.] dovevamo suonare insieme. Incontrai Dany che mi disse che aveva bisogno di un batterista. "Ci sono", risposi, "ma ad una condizione: anche il mio amico viene con me". Così io e Francy eravamo dentro. Era fine maggio: a quel punto i Niagara erano tutti arruolati.

 

Che rapporti aveva ognuno di voi con il rispettivo strumento?

G.F. I Niagara erano giovanissimi, ma promettenti.

D.B. Eravamo dotati e contenti del rispettivo strumento.

 

Su cosa puntavate per essere differenti?

D.B. Non puntavamo a cambiare noi stessi per piacerci. Con la musica puntavamo a cambiare ciò che ci circondava, in modo che ciò che ci circondava ci venisse a piacere.

Non ci interessavano gli stereotipi del rock: durante la mia prima esibizione ero in tuta da ginnastica. Era anche la prima esibizione dei Niagara, il 21 dicembre 2007, al Babillo di Pavullo.

G.F. Furono nove pezzi, tiratissimi. C'era soddisfazione tra di noi, il 2008 cominciò con grandi aspettative.

 

Nati nell'anno dello scioglimento ufficiale della Scossa Shock Band… vi sentivate influenzati dal rock palaganese che vi aveva preceduto?

D.B. Vari gruppi palaganesi ci hanno influenzato. Fra tutti però mi sento di citare i Rocks Off: dopo tredici anni rimangono uno dei gruppi più cazzuti, fottuti e fattoni della storia. Abbiamo anche aperto due loro concerti. Con loro condividiamo un po' lo spirito del "suoniamo quel che ci pare".

G.F. Il 2007 terminò con un capodanno party mitico, in cui ci intascammo tutto il ricavato della serata.

 

Il 2008 cominciò alla grande. Poi qualcosa si ruppe...

D.B. Le aspettative crescevano e ci sembrava che un componente del gruppo non rispettasse più i nostri canoni tecnici ed artistici. Chiudere con lui fu molto doloroso. Ma dovevamo venire incontro al mercato.

 

Quindi: vi siete presentati come anti-conformisti che non si sono mai venduti. Dopo nove mesi avete segato un amico perché non vi sembrava adatto al vostro pubblico…

D.B. Siamo delle merde. Ma gli abbiamo anche tolto un peso, era un periodo un po' impegnativo per lui…

 

Chiaro. A questo punto, se lui leggesse l'intervista potrebbe pensare: "ecco: siete più infami di quel che credevo". Giusto?

G.F. Esatto. Ma faremo in modo che non la legga. [risate].

 

Avete dovuto convivere coi rimorsi?

D.B. I sensi di colpa si facevano sentire. Mi ha aiutato una canzone che ho scritto, intitolata "Perdonami".

 

Cosa è successo poi?

G.F. Uno dei membri della band rimasti cominciò a prendere fiducia nei propri mezzi, fino ad imporsi come nuova guida del gruppo. Il nuovo gallo nel pollaio, diciamo. Ciò fu anche apprezzato, almeno all'inizio. Era fine luglio, il momento della nascita ufficiale dei Maieutica.

D.B. Cercavamo un nome italiano, efficace ed evocativo. Un po' come con "Niagara". Poi sai, io sono sinestetico…

 

E che diavolo significa?

G.F. E' omosessuale.

 

Torniamo alla storia.

D.B. A quel punto dissi: "Francy, perché non canti tu?". Ciò che seguì tra di noi fu un altalenarsi di momenti stile "vera famiglia" a momenti di scontro. Ancora faccio fatica ad affrontare questo capitolo.

G.F. Bisogna anche dire che l'impatto della nuova formazione fu inizialmente devastante, un grande salto di qualità. C'era una voglia di suonare spaventosa. Mettemmo su quindici pezzi in tre prove. Ci buttammo sulle cover, un po' perché a quel punto eravamo più capaci, un po' per dare un taglio netto col passato.

 

Ed arriviamo alla prima data dei Maieutica.

D.B. Il 30 agosto 2008 ci fu il debutto al Ristorante Pini. C'era una tensione palpabile in tutti noi. Prima del concerto cenai con la mia famiglia e con una tazza di latte, Nesquik e biscotti.

G.F. Io avevo un po' di caghetto e vomitai pure. Ma alla fine del concerto ricevemmo un sacco di complimenti. Ad ottobre ci fu poi la prima al Muttley di Montefiorino. Poi Palagano Rock Festival, a fine dicembre, una serata spettacolare.

 

Ricordo di avervi ascoltato da dietro le quinte, saltellando su "Roadrunner". Siamo al 2009. Che tipo di gruppo eravate a quel punto? A chi sentivate di assomigliare?

D.B. Ai Maieutica. Ma se parliamo di influenze musicali nominerei, sopra tutti, Aerosmith e Red Hot Chili Peppers.

 

Come eravate sul palco? Lo dico pubblicamente: Gabry, ho sempre ammirato le tue movenze.

D.B. Anche Jack al basso mi piaceva molto. Mi dava sicurezza.

G.F. Dany era il collante, colui che teneva tutti insieme. E sul palco era senza catene. C'era poi Francy, a tratti timido ed introverso, ma vocalmente dotato, con un bellissimo vibrato.

 

C'era armonia nella band?

D.B. Quell'anno si aprì con un clima abbastanza favorevole, una "quasi armonia". Poi qualcosa iniziò ad andare per il verso sbagliato. Ci furono cambi di atteggiamento repentini all'interno del gruppo, ma non entrerò troppo nel dettaglio. Questioni di ego. Cominciarono così i primi campanelli d'allarme e qualcuno fu messo in guardia. Era anche il momento di "Codice Rosso", il pezzo scritto a seguito del rocambolesco incidente di "Vanno" con il quad. Un volo pazzesco, è stato miracolato! Ricordo poi una lite furiosa tra la band in teatro a Palagano. Convocai una riunione d'emergenza: 22 maggio del 2010, fine dei Maieutica.

 

Estate 2010: nuova formazione e nuove collaborazioni.

G.F. Io, Jack e Dany decidemmo di contattare Erika Bernardi, con la quale avevamo già avuto delle collaborazioni. Proposi poi Feddy Piacentini come chitarra ritmica a fianco di Dany.

D.B. Non avevamo voglia di perdere tempo. Erika aveva una voce impressionante ed anche un bel caratterino.

G.F. Una donna di roccia, col piccolo "difettuccio" di tirare qualche bidone alla band, sia alle prove che a qualche concerto.

[nel frattempo, a sorpresa, Feddy Piacentini, irrompe nella stanza in cui si sta svolgendo l'intervista. Si siede su un paio di occhiali a goccia, distruggendoli].

 

Ciao Feddy, anche se nessuno ti ha autorizzato ad essere qui, capiti bene. Come sei stato arruolato nei No Name?

Feddy Piacentini: Dany mi telefonò, convocandomi a casa sua per una riunione. Lì mi aspettavano anche Gabry e Jack. Mi tesero un'imboscata, mi legarono ad un puff e mi fecero la proposta. Accettai al volo. Proposi anche un nuovo nome: "Cheap condoms", "Copertoni economici". Ma a Dany non piacque.

D.B. Le chitarre mie e di Feddy si sposarono al volo durante le prime prove coi No Name. Con rinnovato entusiasmo suonammo alla festa del Liceo e poi alla Festa dell'Unità di Roteglia. Fu un successo. Poi un'apparizione a Palagano, a settembre. Poi niente più, nessuna prova, nessun concerto. Non c'è chiarezza sulla fine dei No Name, non ci siamo mai sciolti ufficialmente. In temporanea mancanza di una cantante abbiamo anche fatto una data con mia sorella Laura come frontgirl: è più "Pausini" che "Rock", ma ci ha salvato il culo.

 

Fine dei No Name ed è crisi nera. Poi due vecchi amici si incontrano di nuovo e comincia una nuova avventura.

D.B. Fu anche il periodo del progressivo allontanamento di Jack, che stava perdendo motivazione. Fu una fase di smarrimento: ero distrutto a livello personale, avevamo perso la fede, la strada, i soldi. Tutto. E' l' 8 dicembre 2010 e succede ciò che non ti aspetti: stavo pranzando, alzo lo sguardo e mi ritrovo Francy Rioli di fronte. L'ultima volta che ci eravamo parlati, avevamo litigato mentre facevamo la pizza insieme. "Tu non sei più pizzaiolo della Festa dei Matti", gli dissi.

F.P. "Tu non sei più Niagara", "Tu non sei più Maieutica", "Tu, vecchietta, non sei più una vecchietta". Ed ora: "Tu non se più pizzaiolo". Dany ha sempre licenziato tutti da moltissimi ruoli diversi! [risate].

D.B. Mi disse: "Da quando ci siamo lasciati né io né te abbiamo combinato niente di buono". Ho risposto: "In effetti…" Bevemmo un bicchiere di vino rosso insieme, da veri uomini, mettendo una pietra sul passato. Così cominciò un nuovo capitolo: basta cover, facciamo musica nostra. Gabry, ovviamente, era ancora disposto ad essere dalla mia parte. Feddy reinventò se stesso, divenendo una vera rivelazione al basso. Eravamo più carichi che mai e così nacquero i nuovi pezzi, i nostri pezzi.

Si respirava una nuova spiritualità.

 

Siete stati anche la colonna sonora del rinnovato clima politico palaganese, sostenendo apertamente la campagna elettorale di Fabio Braglia durante le vostre esibizioni.

D.B. Siamo stati di buon auspicio per Fabio e per il nostro paese, a cui siamo legatissimi. Era anche il periodo del concorso Avis Factor, che ci diede buona visibilità. Il nome "Dloowe" fu un'illuminazione: erano le lettere della targa di una macchina. Ora come gruppo siamo un po' in stand-by e ognuno di noi ha vari progetti paralleli.

Io suono nei Fugaritmica ed ho un duetto acustico con Chiara Compagni degli Still Water.

 

Qual è il miglior pezzo dei Dloowe, secondo i Dloowe?

F.P. "I'm full of music" sta a noi come "Satisfaction" sta ai Rolling Stones. Per il resto i miei pezzi parlano di sesso. Tipo Rolling on me, incisa anche in versione unplugged, con una bellissima parte di piano di Valentina Spagnoletti.

G.F. Anche se la preferita del gruppo, nel complesso, è How do you.

 

La storia dei Dloowe… a proposito: preferisco "Cheap Condoms"… beh, dicevo: questa storia è destinata a continuare? Siete ancora ispirati? E se sì, da cosa?

[Dany comincia ad accennare una folle composizione alla chitarra, che sarà accompagnata poi da un'altrettanto folle, visionaria narrazione di Feddy].

F.P. Il fulcro della nostra ispirazione ruota intorno all'avvistamento di un grande, grosso, piccione rosa, avvistato tempo fa nei pressi della casa di Dany. Elaborando quell'esperienza ci siamo poi identificati in quell'animale gigante ed inutile, che diventò la nostra chimera.

Tutta la nostra ispirazione ruota intorno a questo essere, al punto che, per un periodo, abbiamo dato vita ad un vero e proprio culto del piccione rosa.

E' un animale imponente, con un nome imponente: Putty.

D.B. E' perfino nato un brano, "The Great Big Pink Pigeon", suddiviso in cinque atti e narrante la vita del piccione stesso. [Me lo eseguono dall'inizio alla fine, un estraniante delirio].

F.D. La nascita, la maturazione, per poi arrivare ai primi tentativi di volo, finiti tragicamente a causa del fatto che era un piccione ciccione. La sua anima comincia la salita verso il cielo, ma anch'essa è troppo cicciona, per cui ricade dentro al piccione, il quale ritorna in vita. A questo punto vede una picciona bellissima, di cui si innamora di colpo. Le dice: "Brlu!" [verso del piccione, n.d.a.]. Fine.

 

Dai piccioni rosa alla cronaca rosa: negli ultimi tempi era impossibile non associarvi al gossip…

G.F. Tutto partì dalla fine dei No Name, quando Jack mi soffiò la tipa. Poi ci siamo chiariti.

D.B. E così Gabry, si vendicò, ma non su Jack, bensì sul nuovo bassista di quel momento, cioè Feddy.

F.P. E' stata una dura botta, il livido c'è ancora. Ci siamo contesi una donna, di cui ero perso. Lui me l'ha fatta sotto il naso, proprio mentre io cercavo di consolarlo per la fine della sua storia. Ad Halloween c'è scappata la rissa. Ora siamo comunque amici. Moderatamente.

G.F. Con la mia ultima storia mi sono calmato però…

D.B. Prima della semifinale dell'Avis Factor Gabry si prese persino un ceffone dalla sua ex. "Misteriosamente", quella sera non passammo il turno per un voto. E' praticamente certo che, tra le fila palaganesi, una certa "coalizione" femminile votò contro di noi. Ma che ci vuoi fare, siamo ancora qui. Ed abbiamo ancora parecchio da dire.

 

 

Niagara (2007-2008)

Formazione: Michele Celli (voce)

Daniele Bettuzzi (chitarra)

Francesco Rioli (chitarra)

Giacomo Galvani (basso)

Gabriele Facchini (batteria)

 

Maieutica (2008-2010)

Formazione: Francesco Rioli (voce e chitarra)

Daniele Bettuzzi (chitarra)

Giacomo Galvani (basso)

Gabriele Facchini (batteria)

 

No Name (2010)

Formazione: Erika Bernardi (voce)

Daniele Bettuzzi (chitarra)

Federico Piacentini (chitarra)

Giacomo Galvani (basso)

Gabriele Facchini (batteria)

 

Dloowe (2011- ancora in attività)

Formazione: Francesco Rioli (voce e chitarra)

Daniele Bettuzzi (chitarra)

Federico Piacentini (basso)

Gabriele Facchini (batteria)

 

Generi: Rock, Hard Rock, Rock Italiano, Pop Rock, Blues, Punk Rock, Funk Rock, Rock cantautorale

Chi ci ricordano: Red Hot Chili Peppers, Aerosmith