PALAGANO ROCK CITY

 

 

 

di Francesco Dignatici


Fonte: La luna nuova - Dicembre 2010, num. 35

Articolo originale (PDF)


 

 

Genesi e sviluppo della Cultura Rock

e delle rock band nel nostro paese

 

 

Introduction

(Sì, okay, ci stava anche "Introduzione"… ma così spacca di brutto, secondo me).

Chi non è un rocker si astenga dalla lettura di quanto sto per scrivervi. Qui si parla di Rock. Ed il Rock non ci va per le leggere. Si parla di Rock, non dello stramaledettissimo Marco Carta. Ciò che leggerete non sarà facile da digerire per qualcuno. Potrà farvi pensare, potrà distrarvi dai vostri pensieri. Potrà farvi ridere, potrà farvi piangere. Potrà farvi arrabbiare, potrà placare la vostra collera.

Potrà farvi… beh, sì: potrà farvi pure arrapare (non ho idea di come lo farà, ma qui si parla di Rock ed il Rock non ci va per le leggere). Non sarà tutto piacevole, non sarà tutto rose e fiori e fossi in voi non andrei a raccontarlo alla mamma o al prete. Si parla di Rock. Ed il Rock non ci va per le leggere. Vi ho confuso? E’ probabile. Ora cominciamo a mettere le cose in ordine.

 

Antefatti, origini e le prime band

Maledetta, stramaledettissima Legge Clarinetto!

"Non lo so. Secondo me non la berranno."

"Fidati. E’ una cosa che va fatta… un po’ per essere sicuri di ascoltare solo della robina come si deve alla radio… un po’ perché quell’ altra musica… te l’ ho detto, potrebbe essere un casino"

"Non lo so… spiegati meglio"

"Potrebbe portare dell’agitazione, dei casini…. la gente comincerebbe a dubitare. Dubitare di noi, innanzitutto, della nostra amministrazione comunale… potrebbero cominciare a farsi troppe domande… tipo sul perché Monchiolù si chiama Monchiolù e perché nell’aria c’è odore di zuppa di cipolle."

"Odio la zuppa di cipolle… preferisco quasi il maiale… ma questo è un altro discorso. Ma poi cosa te ne frega? Tanto sopra Roteglia prende solo Radio Maria… boh, an ghe capés un caz… ma devo rifletterci. Ne riparliamo dopo pranzo però..." [interferenze, rumorini di radio guasta, parole spezzate. Silenzio].

Un frammento preso da un’ intercettazione telefonica del 1985. I protagonisti sono Matteo Mazurchi e Filippo Clarinetti, i due assessori al turismo ed alla cultura che nel giro di pochi mesi avrebbero proposto e fatto approvare in consiglio comunale la Legge Mazurchi-Clarinetti, poi successivamente divenuta celebre come "Legge Clarinetto".

L’ intento era chiaro: oscurare dall’etere palaganese le radio che trasmettevano rock e bandire per sempre questa musica dal territorio del comune. Solo il liscio romagnolo era bene accetto. Gran bella storia.

Ecco perché il Rock è arrivato nel nostro paese con trent’anni di ritardo rispetto alla sua nascita.

Già, in ritardo. Un ritardo clamoroso ed inaccettabile. Maledettamente inaccettabile.

Gran bella storia, gran bell’affare. Non è il titolo della recensione di un film di Rocco Siffredi, ma semplicemente una mia riflessione ironicamente amara e sarcastica su quella situazione. Ho deciso di scriverla sull’articolo perché era fica. Ciò che importa però, ciò che tutti sanno, ciò che è diventato storia è che nonostante questo clima di oscurantismo culturale accompagnato dall’egemonia musicale apparentemente inattaccabile di Casadei e soci, negli anni che seguirono qualcosa, lentamente, cambiò.

E’ di questo cambiamento che scriverò nelle prossime righe.

 

Se posso raccontarvelo, è perché IO c'ero.

Non ero nemmeno nato quando Bob Dylan scrisse "Like a rolling stone" e Townshend distrusse la sua prima chitarra. Non c’ero nemmeno quando i Beatles vennero proclamati Baronetti di Sua Maestà o i Pink Floyd scoprirono il Lato Oscuro della Luna. Avevo ancora il pannolone quando gli U2 piantarono il Joshua Tree sul tetto del mondo e non mi resi nemmeno conto dell’esistenza del grunge di Seattle quando divenne un fenomeno di risonanza mondiale. Non c’ero oppure non ne sono venuto a conoscenza. Non c’ero oppure non potevo esserci.

Io c’ero però quando l’uragano del Rock and Roll ha investito il mio paese. C’ero fin dall’inizio ed ho assistito a tutto.

Testimone oculare ed auricolare del big bang del Rock Palaganeide. Ho visto la genesi ed ho seguito da vicino lo sviluppo di quel fenomeno. Ne ho pure preso parte.

Io c’ero. C’ero il 29 dicembre del 1995, dieci anni dopo l’approvazione della Legge Clarinetto. Le cose erano ormai cambiate, i tempi erano maturi e le prime due vere rock band del mio paese esordivano durante la stessa serata e nello stesso posto.

Da non crederci. Io ero lì, benché ancora undicenne, in mezzo ad una cinquantina di spettatori attoniti, compressi fra le mura ed il bancone del Jolly Bar. Io ero lì, pietrificato. Ero lì e chi era con me non dimenticherà.

Rock band.

Perché è di rock band che vi parlerò. Le rock band di Palagano. Il viaggio sarà affascinante ed incredibile. Sarà una figata. Lo dico un po’ perché è così e un po’ perché questo giornale mi paga piuttosto bene per convincervi che sia così. Ma è così. Comunque: fate finta che sia così.

Anzi no: è così. Chiuso. Stop. Deciso.

 

Quel 29 dicembre di 15 anni fa…

C’era la Scossa.

E c’erano gli Smarties.

Ci sono ancora incertezze riguardo a quale formazione fu la prima, a quale formazione attribuire la paternità del rock and roll palaganese… o, per meglio dire, a quale delle due. Ciò che è sicuro è che quella sera esordivano entrambe e non c’era stato nessuno prima di loro.

Sto parlando di Scossa Shock Band e Smarties.