L'ABBAZIA DI FRASSINORO


 

 

 

 

"Con la fondazione del Monastero nel 1071 "Frassinoro e la sua Abbazia entrarono nella storia (quella con la 'S' maiuscola), fatta di piccoli e grandi avvenimenti che vedono coinvolti Papi ed Imperatori, Comuni e Signori feudali, grandi e piccole famiglie, alleanze e ostilità varie". Cosi scrive Giuliano Tollari e noi possiamo solo aggiungere che tutto il territorio circostante risentì profondamente di questo importante avvenimento.

 

Gia alla fine dell'VIII secolo a Frassinoro c'erano una cappella e un ospizio.

Inizialmente dipendenti dalla Pieve di Rubbiano verso il 1007 furono assoggettati al Monastero di Polirone.

 

Nel 1071, per volere di Beatrice di Lorena, fu fondato il Monastero benedettino ed iniziò il periodo della Badìa di Frassinoro.

Il Monastero dipendeva direttamente dalla Santa Sede essendo escluso da qualsiasi ingerenza locale. Ebbe così il più alto grado di libertà per quel tempo. Ad esempio, il Vescovo non aveva altro potere che, dopo la morte di un abate, ordinarne e consacrarne uno nuovo, ma solo la persona eletta dai monaci secondo la regola benedettina. Non poteva nè convocare l'abate al sinodo, nè scomunicare i monaci. Il Monastero riconosceva soltanto l'autorità della S. Sede, alla quale versava un'oncia romana d'oro ogni anno.

Nel 1107 venne assoggettato, da Papa Pasquale II, all'abate Aimerico del Monastero Chaise Dieu (Francia).

Il Papa concesse, in perpetuo, ad Aimerigo e ai suoi successori la facoltà di nominare gli abati del Monastero di Frassinoro. I Monaci di Frassinoro tentarono di svincolarsi da questa soggezione in varie occasioni ma nel 1145 Papa Eugenio III rinconfermò la dipendenza.

Fin verso il 1150 il Monastero fu retto da un'abate e due priori. L'Abate deteneva il potere spirituale e temporale sull'Abbadia. Abitava nel Castello di Frassinoro, dal quale raggiungeva il convento passando per una galleria sotterranea. Il Priore Esterno (Viceabate) sostituiva l'abate in caso di assenza. Il Priore Interno (Claustrale) governava i religiosi e curava l'amministrazione interna del monastero.

A partire dalla metà del XIII secolo, avendo il monastero perso l'autorità temporale, si ebbe un unico priore.

Dal 1248 al 1250 governò l'abate Nicolò Balestra, il quale fu ucciso da un abitante di Frassinoro con una bastonata al capo.

 

Dal 1275 al 1286 ci furono due abati contemporaneamente: Guglielmo da Dallo e Tommaso de' Tonsi. Essi si ritenevano legittimamente eletti ed erano sostenuti da due gruppi distinti di monaci e nobili. Il primo risiedeva a Frassinoro, il secondo a Vitriola. Nel 1286 morirono entrambi e si ritornò così ad un unico abate.

 

Nel 1327, avendo i monaci ostacolato la penetrazione delle truppe pontificie in Val Dragone, il monastero venne assalito, saccheggiato ed incendiato. L'abate Pietro ed alcuni monaci furono uccisi.

 

Nel 1355 nel convento vivevano solo l'abate con due monaci e nel 1385 l'unico monaco ancora presente divenne abate.

 

Nel 1429 il Monastero era senza monaci e dal 1473 la Badia fu data in commenda a varie personalità che governarono tramite agenti e si curarono soprattutto, se non esclusivamente, delle rendite.

 

L'ultimo abate di Frassinoro, card. Alessandro Riario, morì il 18 luglio 1585 e tutti i beni e le rendite della Badia furono devolute, da Papa Sisto V, a favore del Collegio dei Maroniti in Roma.

 

Il 17 aprile 1771 il Duca di Modena, Francesco III, ordinò il sequestro di tutti i beni della Badia e li devolse a favore dell'Opera Pia di Modena.


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