UMBRI ED ETRUSCHI
Umbri | Etruschi | L'ingresso nella storia
La massima espansione degli etruschi in Italia
Dall’asia giunsero in Padania genti colte che stabilirono nel bolognese il loro centro principale e da qui si espansero, anche verso il modenese, senza però oltrepassare il fiume Panaro, che rappresentò in pratica una sorta di confine tra loro ed gli abitanti della collina e della montagna. Infatti, a differenza del buon numero di loro testimonianze (tombe, porcellane, decori ed altri oggetti) trovate nel Bolognese e nel Savignanese nulla è venuto alla luce in collina ed in montagna.
Gli umbri furono scacciati degli etruschi, popolo che raggiunse elevati livelli di ricchezza, potenza, civiltà e grande diffusione soprattutto grazie allo sfruttamento ed al commercio delle risorse minerarie della Toscana e dell’isola d’Elba (particolarmente importanti ed intensi gli scambi con la Grecia). Praticamente tutta l’Italia subì l’influenza etrusca. Secondo lo storico romano Livio in Pianura Padana gli etruschi avrebbero creato una confederazione di 12 città, dato però non confermato dalle ricerche archeologiche. Tradizionalmente quando si parla di etruschi ci si riferisce al popolo che visse nel corso del I millennio a. C. in un'ampia regione affacciata sul mar Tirreno, estesa dal Tevere all’Appennino tosco-emiliano, chiamata dai Romani Etruria. Tuttavia l’area di diffusione etrusca giunse a comprendere anche parte della pianura padana e della Campania. Le origini del processo di formazione della civiltà etrusca si collocano nell’età del ferro il cui inizio è datato attorno al 950 a.C. In questo momento la penisola italiana presenta una situazione storica assai complessa e variegata: in Etruria cominciano a formarsi grandi centri dislocati nell’immediato entroterra tirrenico, da cui nell’arco di due secoli si svilupperanno le grandi città etrusche; nell’Italia meridionale l’incipiente colonizzazione greca, a partire dalla metà dell’VIII secolo a.C., provoca profonde trasformazioni delle comunità locali; in altre aree d’Italia, per esempio nel medio versante adriatico e in gran parte dell’Italia settentrionale, l’inizio dell’età del ferro non porterà a società di tipo urbano, ma piuttosto alla formazione di vaste comunità di villaggio che daranno luogo ad alcune delle principali popolazioni italiche. La prime manifestazioni culturali etrusche su una vasta area che comprende parte dell’Emilia e della Romagna, Toscana e alto Lazio rientrano nella definizione “Villanoviano”, un termine coniato dagli studiosi in seguito ad importanti ritrovamenti avvenuti a Villanova di Castenaso, vicino a Bologna. La roccaforte etrusca in Padania fu Felsina (l’attuale Bologna).
Gli etruschi giunsero nel modenese tra il VI e il IV secolo a.C., particolarmente nelle zone di Montese, Savignano, Castelvetro e Castelfranco, ma qualche penetrazione in montagna potrebbe esserci stata. Nell’Appennino modenese e reggiano esistono tuttora nomi che svelano un’origine etrusca, come quelli dei due fiumi Scoltenna e Rossenna. Palagano si fa derivare da un vocabolo pre-romano: "palàga", col significato di pepita d’oro. Di derivazione etrusca potrebbero essere il nome Monte Modino da "mut" (collina, rialzo) e Tolara da "tular" (confine).
Per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse minerarie dei nostri monti (le miniere dei Cinghi di Boccassuolo, Toggiano e Sassatella) non esistono dati sicuri.
La scrittura per la prima volta giunse in Emilia per opera degli Etruschi che già da tempo avevano adottato un alfabeto greco. Iscrizioni sono state trovate a Bologna, Marzabotto, Spina, Rimini e Ravenna. L’Emilia, e il modenese, entrarono quindi nella storia all’incirca nel V-VI secolo a.C., poichè è proprio l’uso della scrittura il parametro utilizzato correntemente per separare la preistoria dalla storia |
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