la Luna nuova |
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Editoriali&Terza pagina
Raccolta degli editoriali e della rubrica "Senz'offesa" pubblicati sul periodico
la Luna nuova - Agosto 1998 |
Terza pagina Senz'offesa |
di
Elisabetta Gazzetti
La tradizionale differenza di caratteri tra maschio e
femmina non è dovuta a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali
che l’individuo subisce nel corso del suo sviluppo.
Questa è la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti nel libro "Dalla parte
delle bambine" e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con
genitori e bambini in età prescolare. I condizionamenti nella direzione del
ruolo assegnato all’uno o all’altro sesso cominciano addirittura prima della
nascita, quando si prepara il corredino: rosa o celeste, e proseguono con la
scelta - da parte degli adulti - dei giochi che i bambini “possono” o
“devono” fare, delle funzioni che “possono” o “devono” svolgere nella
famiglia prima e poi nella società, per giungere alle scelte più o meno
obbligate nel campo degli studi, del lavoro e del loro avvenire.
Ma perchè dalla parte delle bambine? Perchè questa situazione è tutta a
sfavore del sesso femminile. La cultura alla quale apparteniamo - come ogni
altra cultura - si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere
dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le
preme conservare e trasmettere: fra questi anche il mito della “naturale”
superiorità maschile contrapposta alla “naturale” inferiorità femminile. In
realtà non esistono qualità “maschili” e qualità “femminili”, ma solo
qualità umane.
L’operazione da compiere, dunque, scrive l’autrice, “non è quella di formare
bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni
individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più
congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene.” Da ciò trarremo
vantaggio tutti, uomini e donne, e la nostra stessa vita in comune. Queste
riflessioni possono sembrare scontate oggi, ma la realtà in molti settori
dimostra che la condizione di parità non è ancora stata raggiunta.
Senza estremizzare, come è avvenuto in passato (vedi il ‘68) sarebbe
necessaria da parte di tutti una riflessione generale sui comportamenti
discriminanti. Evidente è la disparità nelle istituzioni.
Questi i numeri delle presenze femminili nella nostra realtà: Consiglio
Comunale Modena consigliere 5 su 40, Giunta comunale 1 assessore su 8,
Consiglio provinciale Modena consigliere 4 su 30, Giunta provinciale 1
assessore su 5, Consiglio regionale Emilia Romagna consigliere 11 su 50,
Giunta regionale 1 assessore su 14; sindaci: su 9 sindaci dei comuni
capoluogo della regione 1 sola è donna (Reggio Emilia), su 47 sindaci dei
Comuni della provincia di Modena solo 6 sono donne (Sassuolo, S. Cesario, S.
Prospero, Castelnuovo, Novi, Montefiorino). Dati nazionali: nel 1996 sono
state elette 67 deputate e 26 senatrici pari al 9%, la media europea delle
parlamentari è del 27,6% (41,1% in Svezia, 26,3% in Germania, 15,4% in
Spagna, il 12,6% in Irlanda, il 9,5% nel Regno Unito, il 5,9% in Francia).
La politica è ancora una prerogativa maschile... chissà per quanto ancora!?