Don Armando Galloni da Vignola
Arciprete per oltre cinquant'anni
Grand’uomo di cultura e di parola
Dei parrocchiani si carcò gli affanni
Credo,d’alcuni, l’ignoranza sola
Fu a provocare gli iniziali inganni...
Amò questo paese oltre misura
Del nostro camposanto è tra le mura. |
Galloni
don Armando (1917-1999). Nato a Campiglio di Vignola nel 1917, dopo
le scuole elementari a Marano sul Panaro seguì gli studi ginnasiali
presso il Seminario di Nonantola e quelli teologici a Modena. Consacrato
sacerdote il 29/6/1940, nell’estate-autunno di quell’anno fu Cappellano
a Palagano. Dalla fine del ’40 all’estate del ’45 fu Cappellano a San
Cesario. Vinto il concorso per Arciprete di Palagano prese possesso
della Parrocchia il 13 dicembre del 1945. Dopo qualche iniziale
incomprensione, dovuta più ad ignoranza di problemi che a cattiva
volontà di alcuni paesani, Don Armando, cui intelligenza e cultura mai
fecero difetto, dette vita ad un meraviglioso rapporto con l’intera
comunità. Volle bene a Palagano forse più di tanti palaganesi e si
adoperò sempre per le iniziative che ci facevano crescere. Voglio in
proposito sottolineare che il Campo Sportivo, la Zona Artigianale e
tante altre realizzazioni furono possibili perché l’Arciprete si impegnò
sempre a concedere i terreni a prezzi molto bassi. Collaborò
proficuamente con l’Istituto delle Suore Francescane e coi Padri
Dehoniani; lo legò una profonda amicizia a P. Aristide Bonomini e a Don
Marzio Gualmini. Nel luglio 1986 curò la pubblicazione della monografia
"Palagano, pepita d’oro?", Grafiche Toschi & C.Modena. |
Viterbo Casini da Savoniero
Di Palagano primo cittadino
Tornato dalla Russia quasi intero
Fu commerciante, agricolo e postino.
Fungaio insuperabile davvero
Produsse vino e miele sopraffino
L’intercalare suo fu "la madussa"
Di lui vi sono storie alla Trilussa. |
Casini
Viterbo (1920-2002). Nacque a Savoniero, a Ca’ d' Ristìn, da
famiglia di agricoltori, frequentò le elementari e visse l’adolescenza
sempre a Savoniero. Fece il servizio militare nel Genio Pontieri, quindi
partecipò al Corpo di Spedizione Alpino in Russia da cui rientrò ferito
e leggermente congelato. Dal 8/6/'59 all’11/12/'67 fu il primo sindaco
del ricostituito Comune di Palagano. Democristiano della prima ora, si
impegnò con passione e coerenza e fu amministratore testardamente
determinato nel perseguire il bene comune. Nell’anno 1961 si trasferì
con la famiglia a Palagano rilevando l’attività commerciale di Ottavio
Casini e lasciando quella di portalettere a Savoniero. Successivamente
gestì anche il negozio di stoffe e confezioni posto di fronte al
municipio, poi ceduto a Piacentini Pasquale. Negli anni ’70 promosse la
lottizzazione di Monticello, dando anche l’avvio alla propria casa, che
abitò dal 1980. Fu per anni responsabile dell’Associazione Combattenti e
Reduci. E’ stato certamente per un trentennio il miglior cercatore di
funghi della Val Dragone: era il re della "Bsìgola" e dei "Prà dl Abà".
La moglie Paglia Virginia, che non gli sopravvisse più di due mesi,
raccontava sorridendo un aneddoto che gli accadde: rientrato una sera da
Modena, verso mezzanotte, stanco affamato e semiaddormentato, dopo aver
divorato un piatto di minestrone, agguantò distrattamente pane e
coltello e tagliò... ma il pane era la bambola della figlia Brunella. |
Dalla valle del Pelago don Sante
In Val Dragone giovane operò
Finchè di guerra l’odio infamante
Al campo di Mauthausen lo portò
Di tanta gioventù fu guida e amante
D’ogni ceto e color tutti aiutò
Lasciò gran vuoto specie a Savoniero
Ove tant’anni fu pastor sincero. |
Bartolai
Don Sante (1917- 1978). Nato in Illinois (USA) da famiglia
originaria di S. Anna Pelago, qui visse dall’età di 5 anni. Ordinato
sacerdote negli anni ’40, fu brevemente Cappellano a Palagano con Don
Bortolotti e proprio a Palagano venne arrestato e deportato a Fossoli,
poi a Mauthausen (matricola del Campo di Mauthausen n. 78228). Liberato
dagli americani nella primavera del ’45, ridotto ad uno scheletro di 38
kg., dopo diversi mesi di cure a Modena ed un soggiorno in America
presso i fratelli, nel 1948 fu nominato parroco di Savoniero, ove rimase
fino alla morte. D’indole focosa e generosa, seppe attrarre sempre i
giovani e fu prezioso riferimento ed aiuto per tante famiglie. A
dispetto dell’atteggiamento deciso e quasi spavaldo, era prete di
profonda spiritualità e seppe avviare diversi giovani al sacerdozio.
Scrisse il famoso diario "Da Fossoli a Mauthausen" (Cooptip, Modena,
1966). |
Detto "Bentùn" tal Berti Benedetto
Di Polinago oriundo e qui immigrato
Con voce cavernosa oltre al berretto
Portava anche il calzon... molto calato
Rimane memorabile il duetto
Che un "contaballe" a Rico fu smerciato
Per l’asma faticava allo "stradone"
Ma salutava tutte le persone. |
Berti Benedetto (1909-1979). "Bentùn",
trasferitosi da Polinago, aveva gestito con la famiglia l’osteria di
Casa Berti (vecchio casino di caccia dei Conti Mosti), nel cui
antistante spiazzo si cantava il "Maggio". Avanti negli anni,
passeggiava lentamente per Palagano, spesso coi calzoni "a mezz’asta",
ansimando per la forte asma di cui soffriva. Un giorno, lungo lo
stradone, si imbattè nell’amico di briscola Ricchi Enrico (noto per
contarle grosse) e cercò di convincerlo ad acquistare un "contaballe"
(rustico contatore in ferro che, posto a fianco dell’asino
dell’imballatrice, contava le balle di paglia in uscita). |