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 La ballata della Valle  


 

 

 

IV


Pubblicata su la luna nuova - Aprile 2005 - Num. 22

 

 

Don Armando Galloni da Vignola

Arciprete per oltre cinquant'anni

Grand’uomo di cultura e di parola

Dei parrocchiani si carcò gli affanni

Credo,d’alcuni, l’ignoranza sola

Fu a provocare gli iniziali inganni...

Amò questo paese oltre misura

Del nostro camposanto è tra le mura.

Galloni don Armando (1917-1999). Nato a Campiglio di Vignola nel 1917, dopo le scuole elementari a Marano sul Panaro seguì gli studi ginnasiali presso il Seminario di Nonantola e quelli teologici a Modena. Consacrato sacerdote il 29/6/1940, nell’estate-autunno di quell’anno fu Cappellano a Palagano. Dalla fine del ’40 all’estate del ’45 fu Cappellano a San Cesario. Vinto il concorso per Arciprete di Palagano prese possesso della Parrocchia il 13 dicembre del 1945. Dopo qualche iniziale incomprensione, dovuta più ad ignoranza di problemi che a cattiva volontà di alcuni paesani, Don Armando, cui intelligenza e cultura mai fecero difetto, dette vita ad un meraviglioso rapporto con l’intera comunità. Volle bene a Palagano forse più di tanti palaganesi e si adoperò sempre per le iniziative che ci facevano crescere. Voglio in proposito sottolineare che il Campo Sportivo, la Zona Artigianale e tante altre realizzazioni furono possibili perché l’Arciprete si impegnò sempre a concedere i terreni a prezzi molto bassi. Collaborò proficuamente con l’Istituto delle Suore Francescane e coi Padri Dehoniani; lo legò una profonda amicizia a P. Aristide Bonomini e a Don Marzio Gualmini. Nel luglio 1986 curò la pubblicazione della monografia "Palagano, pepita d’oro?", Grafiche Toschi & C.Modena.

Viterbo Casini da Savoniero

Di Palagano primo cittadino

Tornato dalla Russia quasi intero

Fu commerciante, agricolo e postino.

Fungaio insuperabile davvero

Produsse vino e miele sopraffino

L’intercalare suo fu "la madussa"

Di lui vi sono storie alla Trilussa.

Casini Viterbo (1920-2002). Nacque a Savoniero, a Ca’ d' Ristìn, da famiglia di agricoltori, frequentò le elementari e visse l’adolescenza sempre a Savoniero. Fece il servizio militare nel Genio Pontieri, quindi partecipò al Corpo di Spedizione Alpino in Russia da cui rientrò ferito e leggermente congelato. Dal 8/6/'59 all’11/12/'67 fu il primo sindaco del ricostituito Comune di Palagano. Democristiano della prima ora, si impegnò con passione e coerenza e fu amministratore testardamente determinato nel perseguire il bene comune. Nell’anno 1961 si trasferì con la famiglia a Palagano rilevando l’attività commerciale di Ottavio Casini e lasciando quella di portalettere a Savoniero. Successivamente gestì anche il negozio di stoffe e confezioni posto di fronte al municipio, poi ceduto a Piacentini Pasquale. Negli anni ’70 promosse la lottizzazione di Monticello, dando anche l’avvio alla propria casa, che abitò dal 1980. Fu per anni responsabile dell’Associazione Combattenti e Reduci. E’ stato certamente per un trentennio il miglior cercatore di funghi della Val Dragone: era il re della "Bsìgola" e dei "Prà dl Abà". La moglie Paglia Virginia, che non gli sopravvisse più di due mesi, raccontava sorridendo un aneddoto che gli accadde: rientrato una sera da Modena, verso mezzanotte, stanco affamato e semiaddormentato, dopo aver divorato un piatto di minestrone, agguantò distrattamente pane e coltello e tagliò... ma il pane era la bambola della figlia Brunella.

Dalla valle del Pelago don Sante

In Val Dragone giovane operò

Finchè di guerra l’odio infamante

Al campo di Mauthausen lo portò

Di tanta gioventù fu guida e amante

D’ogni ceto e color tutti aiutò

Lasciò gran vuoto specie a Savoniero

Ove tant’anni fu pastor sincero.

Bartolai Don Sante (1917- 1978). Nato in Illinois (USA) da famiglia originaria di S. Anna Pelago, qui visse dall’età di 5 anni. Ordinato sacerdote negli anni ’40, fu brevemente Cappellano a Palagano con Don Bortolotti e proprio a Palagano venne arrestato e deportato a Fossoli, poi a Mauthausen (matricola del Campo di Mauthausen n. 78228). Liberato dagli americani nella primavera del ’45, ridotto ad uno scheletro di 38 kg., dopo diversi mesi di cure a Modena ed un soggiorno in America presso i fratelli, nel 1948 fu nominato parroco di Savoniero, ove rimase fino alla morte. D’indole focosa e generosa, seppe attrarre sempre i giovani e fu prezioso riferimento ed aiuto per tante famiglie. A dispetto dell’atteggiamento deciso e quasi spavaldo, era prete di profonda spiritualità e seppe avviare diversi giovani al sacerdozio. Scrisse il famoso diario "Da Fossoli a Mauthausen" (Cooptip, Modena, 1966).

Detto "Bentùn" tal Berti Benedetto

Di Polinago oriundo e qui immigrato

Con voce cavernosa oltre al berretto

Portava anche il calzon... molto calato

Rimane memorabile il duetto

Che un "contaballe" a Rico fu smerciato

Per l’asma faticava allo "stradone"

Ma salutava tutte le persone.

Berti Benedetto (1909-1979). "Bentùn", trasferitosi da Polinago, aveva gestito con la famiglia l’osteria di Casa Berti (vecchio casino di caccia dei Conti Mosti), nel cui antistante spiazzo si cantava il "Maggio". Avanti negli anni, passeggiava lentamente per Palagano, spesso coi calzoni "a mezz’asta", ansimando per la forte asma di cui soffriva. Un giorno, lungo lo stradone, si imbattè nell’amico di briscola Ricchi Enrico (noto per contarle grosse) e cercò di convincerlo ad acquistare un "contaballe" (rustico contatore in ferro che, posto a fianco dell’asino dell’imballatrice, contava le balle di paglia in uscita).