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 La ballata della Valle  


 

 

 

VI


Pubblicata su la luna nuova - Dicembre 2005 - Num. 24

 

 

Era un grande ciacciaio un vero amico

Bruno Marasti della "fregamenta"

Ma purtroppo il destino rio nemico

Ce l’ha tolto con general sgomenza

Comune il sentimento più pudico

Di dolore, che ancor tanto tormenta

Pensalo ognun ridente della "SEGA"

E per sua pace vera ognor si prega.

Bruno Marasti(1948-2002). E’ tanto vivo il suo ricordo che mi pare possa, da un momento all’altro, giungere a proporre un nuovo "pesce d’aprile". E’ così che lo voglio ricordare, mentre prepariamo un "cruciSEGA" o mentre discutiamo sul prossimo "manifesto segreto".  Solo così. Perchè l’impegno civile, culturale, religioso di Bruno verso la famiglia, gli amici, il paese intero è unanimemente riconosciuto e rimpianto.

Coi muli e coi bardotti, Casimiro

Fuori dal bosco accatastava legna

Era un lavoro duro, da fachiro

Per chi la vita tosta non disdegna

Di basti e di "cavezza" era nel giro

E di schiocchi di frusta l’aria pregna

Ebbe famiglia sana e numerosa

Con l’Adelina piccola sua sposa!

Casimiro Ferrarini (1893-1966). Nato ad Aravecchia da numerosa famiglia (4 maschi e 3 femmine), per le poche classi elementari frequentate ebbe come insegnante la francescana Madre Maria. Fin da tagazzo andò "per servitore" custodendo ed usando muli e cavalli. Fece il militare nella grande guerra dal 1915 al 1918. Rientrato a casa continuò il lavoro di mulattiere e, nel 1922 sposò Lami Adele proveniente da "La Selva" di Montemolino (anch’essa di famiglia numerosa con 2 sorelle e 4 fratelli) e dalla quale ebbe ben 7 figli, 4 maschi e 3 femmine. La vecchia casa paterna, danneggiata dal terremoto del 1920, venne ricostruita nel 1923. Nel 1945 ebbe un grave incidente, per il ribaltamento del biroccio trainato da un mulo imbizzarrito, con rottura del femore che lo costrinse a zoppicare fino alla morte.

 

 

Giulio Marzani detto "la Petacci"

Abitava lassù a Montemilino

Ridendo si cavava dagli impacci

E mandava più fumo... d’un camino

a scopone faceva tutti stracci

Finchè il duello non vinceva il vino

A tutti dimostrò amicizia stretta

Lo ricordiam simpatica macchietta!

Giulio Marzani (1911-1975)..Nacque e abitò sempre a Montemolino. Giovanissimo, col fratello Pio faceva il mulattiere. Andò militare in Africa dal 1932 al 1941. Rientrato, dopo guerra, si buscò il soprannome di "Petacci" (dalla compagna del duce) perchè sempre allegro e disponibile a far bisboccia e perchè, nonostante fosse un buon lavoratore, non disdegnava la vita comoda e gaudente. Memorabili sono le sue sfide a scopone e a briscola, che tante volte finivano all’alba con diversi fiaschi... vuoti. In particolare mi hanno riferito di una sfida interminabile con Ortonovi Vittorio ("Vitu-riìn") che iniziava nel pomeriggio del 17 gennaio (S. Antonio Abate) finì la sera del 19 per esaurimento dei contendenti

Il soprannome resta "La Manò"

Per questo intercalare suo sovente

Ricchi Giuseppe che in banda suonò

E che cantava pur mirabilmente

La prima pizzeria da noi fondò

Poi fece il benzinaio allegramente

Uomo buono, solare, positivo

Ricordo questo zio sempre giulivo!

Giuseppe Ricchi (1911-1995). Appartenente a numerosa famiglia (5 fratelli e 1 sorella), dopo le poche scuole elementari, lavora come mugnaio a Palagano.  Entra giovanissimo nella Banda musicale e nel coro della parrocchia guidato dall’indimenticabile Suor Lilia Santunione.  Il servizio militare lo porta in Africa dal 1932 al 1941.  Rientrato, svolge nuovamente l’attività di mugnaio, attività che lascierà poi al fratello Paolo per trasferirsi, sempre come mugnaio, a Costrignano. Dal 1958 svolge attività di servizio pubblico da rimessa. Nei primi anni ’60 lavora a Milano assieme alla moglie Gelsomina.  Nel 1965 apre la prima pizzeria di Palagano.  Dal 1966 inizia l’attività di distributore di carburanti.Attività proseguita fino alla morte e continuata dalla figlia Maria Grazia. Appassionato di musica, per diversi anni diresse anche la Banda Musicale di Palagano.