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 La ballata della Valle  


 

 

 

VII


Pubblicata su la luna nuova - Marzo 2006- Num. 25

 

 

Compagna dell'Ottavio fu Letizia

Da casata Ranucci centenaria

Madre e moglie di rara primizia

Interprete di vita e d'arte varia

D'animo dolce, d'etica patrizia

Di dame altolocate ottima paria

Parlava egregiamente anche il dialetto

Oltre al francese classico e perfetto!

Letizia Ranucci (1896-2001). La "memoria vivente" di Palagano, vissuta a cavallo di tre secoli: XIX, XX e XXI. Nata a Palagano il 6 maggio 1896 da Giovanni e Virginia Tosi, deceduta nel giugno 2001 all'età di 105 anni.

Ancora adolescente andò a servizio in Francia ove, pur lavorando duramente imparò la lingua ed il galateo, che ne fecero una ragazza fine ed al passo coi tempi. Sposatasi con Ottavio Nannetti nel 1921 ebbe 7 figli, che amò ed educò in maniera esemplare. Si racconta che, a cent'anni compiuti, allorchè un paesano si offrì di portarle la borsa, della spesa, rifiutò e rispose: "Lo potrai fare quando sarò vecchia".

Decisa e volitiva a dispetto della minuta costituzione, era svelta e precisa in ogni lavoro, riuscendo anche ad essere un'ottima conversatrice nei momenti di relax, per preparare un buon caffè agli ospiti e alle amiche.

Fin quasi al termine dell'esistenza volle avere ospiti i figli per le grandi occasioni, per potenziare e gustare in pieno il legame familiare molto forte che la sua bontà e saggezza avevano creato.

In gioventù sciatore e anche ciclista

Poi s'impegnò per la polisportiva

Con banda e con corale sempre in pista

Vita palaganese ognor coltiva

Piacentini Pasquale di sua vista

Nostra comunità assai presto priva

Imperituri ricordo e rimpianto

Per un uomo che ha sempre dato tanto!

Piacentini Pasquale (1931-1998).

Poche sere fa, attraversando la sala della Banda musicale, guardavo le varie foto appese alla parete: in una di queste, col suo contrabbasso in Si bemolle, appariva Pasquale, sorridente. Ricordo particolarmente volentieri questo paesano ed amico, soprattutto per la sua bontà e dedizione alla famiglia ed al paese.

Da ragazzo correva in bicicletta con Lami Afro, Costi Ricciardo, Ricchi Giovanni. Poi, per seguire i figli e i nipoti, si dedicò allo sci e a fondare la Polisportiva, di cui fu sempre un dirigente attivo ed impegnato. Partecipò alla rifondazione della Banda e della Corale, gruppi di cui fu apprezzato componente e dirigente e, quando venne a mancare il "cassista", lui tranquillamente cominciò a suonare la cassa.

Anche nel commercio e nell'attività artigiana fu distaccato, sereno, conciliante. E' proprio vero, i migliori se ne vanno!

Lo chiamavamo tutti "Ravanello"

Lo stallier della "Fogna" Contri Bruno

Che stupì tutti quanti sul più bello

Col "Toto" e la "schedina" fu tuttuno

In banda avea suonato il tamburello

Con simpatia e bontà come nessuno

Troppo presto ce lo tolse il destino

Che manco vide il primo nipotino!

Contri Bruno (1933-1998).

Nato ad Aravecchia di Palagano da Ciro e Ferrarini Maria, poco dopo le scuole elementari, col fratello Ruggero si reca in Corsica e Sardegna per il duro lavoro di taglialegna.

Nell'immediato dopoguerra la famiglia apre il bar-osteria "Contri", gestito dai figli e dalla mamma Maria, ottima cuoca.

Alla morte della mamma e dopo aver sposato Scorcioni Venice, conduce l'attività direttamente, nel frattempo trasformandola in Albergo-Ristorante. Nell'anno 1988 ottiene dal Totocalcio la licenza di ricevitoria e così, di punto in bianco, diventa appassionatissimo di sistemi e di schedine, che compila anche per gli amici. Per diversi anni aveva suonato il tamburino nella Banda musicale, come già in precedenza il fratello Ruggero ed il padre Ciro. Il nomignolo "Ravanello" gli era stato coniato per l'innata giovialità e simpatia. La morte prematura gli ha impedito di vedere e godere i meravigliosi nipotini.

Abitò con famiglia alla Capanna

Ermete Tosi, agricolo "birbante"

Per lui la discussione era una manna

Ebbe mansione varia ed importante

Nacquer fra cinque figli Emilia e Vanna

E per mia moglie in "stato interessante"

Vaticinò sul sesso al nascituro:

"Se femmina non è, maschio è sicuro!

Tosi Ermete (1909-1976).

Nato e vissuto alla Capanna di Pietraguisa, ha sempre curato la propria azienda agricola, unitamente alla famiglia ed ai cinque figli (tre femmine e due maschi). Intraprendente e capace, si dedicò a diversi incarichi ed impegni: fu responsabile e coordinatore per le "opere di prestazione" (giornate di attività che ogni capofamiglia doveva svolgere sulla base del nucleo familiare e della proprietà), responsabile dei cantieri di lavoro ("Fanfani") per gli stradelli di Roncopezzuolo e Pietraguisa, consigliere e cassiere del caseificio sociale, ecc... Nell'estate 1969, vedendo mia moglie incinta, disse che, in base alla forma della pancia, il nascituro sarebbe stato maschio... infatti alla prima metà d'ottobre nacque... Chiara.