Scrivere



 La ballata della Valle  


 

 

 

IX


Pubblicata su la luna nuova - Dicembre 2006- Num. 27

 

 

Lo chiamavamo tutti Mike Bongiorno

Mattioli Antonio da Casa Buratta

"Vie Nuove" e "L’Unità" vendè d’intorno

perchè con la sinistra bene impatta

Dopo anni, da Milano fa ritorno

Quando "falce e martel" "quercia" riscatta

Poichè giovan s’en va dal Padre Eterno

Non vedrà i "DieSse" nel governo!

Mattioli Antonio (1927-2004).

"Tonino da Ca’ d Buràta", era soprannominato Mike Bongiorno per il modo quasi scenografico di presentarsi e colloquiare.

Di piccola famiglia contadina (genitori, un fratello e una sorella) di Casa Buratta, borgata alta di Palagano, si dedicò con passione alla politica fin da giovanissimo e negli anni ’50-’60 fu funzionario del P.C.I. e la domenica mattina distribuiva l’Unità e Vie Nuove. Negli anni ’70 lavorava a Milano dove si sposò e si stabilì definitivamente.

Rientrava con la moglie diverse volte l’anno, abitando sempre la casa paterna. D’estate, alle feste paesane, ballava instancabilmente anche ritmi moderni, con la simpatia e l’allegria di un ragazzo.

Tra i nostri Dehoniani, Bonomini

Rappresenta di certo l’eccellenza

Uno dei grandi, fra i concittadini

Cui va di tutti gran riconoscenza

Musicista ed amante dei buon vini

Un ciclone, comunque, sua presenza

Aristide ci hai dato una gran scossa

A Savoniero onore alle tue ossa

 

Bonomini p. Aristide (1925-1998).

Prete dehoniano, giunse a Palagano nel 1964 per realizzare una costruzione che sarebbe divenuta sede della Comunità e Scuola per l’o-rientamento delle vocazioni (l’area in località S. Stefano era stata donata dal Comune ai Dehoniani il 28 marzo 1963).

Da subito si rivelò un emergente: intelligenza pronta, grande dinamismo, carattere solare ed estroverso. Mentre Casa Papa Giovanni procedeva speditamente, padre Aristide collaborava in Parrocchia con don Galloni e presso l’Istituto delle Suore, rendendosi via via parte integrante della comunità tutta. Negli ultimi anni ’70 fondò e diresse la Corale che, tra alterne vicende, tuttora continua col M° Ottavio Piacentini. Nel 1986 venne nominato Parroco di Savoniero, ove continuò la preziosa opera dei predecessori, finchè lo colse il terribile male che l’avrebbe condotto a morte a soli 73 anni.

Collega del bar sport per i "ramini"

Commerciante di legna e camionista

Da Pietraguisa scende Ignazio Pini

Che il soprannome di "Dersèt" conquista

Perchè non fan "diciotto" gli scartini

Al "mazzino" di cui è un vero artista

Uomo operoso, buono e positivo

Il cui ricordo resta sempre vivo!

Pini Ignazio (1923 – 1995).

Nasce a Pietraguisa di Palagano nel 1923, di numerosa famiglia contadina. Lui , però, si dedica subito al commercio e alla guida del camion. Gli piace molto il gioco delle carte, sia il "mazzino" che il "pinnacolo"; proprio da qui deriva il soprannome "Des-sèt", cioè dal fatto che, contando le "figure" a mazzino, quando perdeva contava solo fino a diciassette (la mano si vince con 18 figure). Persona attiva ed onesta, è stato consigliere comunale e Assessore nella seconda amministrazione Casini (1963-67). Negli anni ’70 ha costruito una bella e spaziosa casa in centro, ove si trasferì con la famiglia. Purtroppo un banale incidente, mentre potava una pianta di mele, ce lo ha tolto alla giovane età di 72 anni.

Stefano Piacentini dai Pianacci

Fonda e dirige l’omonima impresa

Che col lavoro toglie dagli impacci

Chi fra l’agri e l’industria sta in contesa

Per Palagano è tutto baci e abbracci

Sulla "ceramica" cercando intesa

Il suo lavoro è ancora per il mondo

È uomo di valore a tutto tondo.

Piacentini Stefano (1914-2002).

Nato ai Pianacci di Palagano da numerosa famiglia (3 fratelli e 3 sorelle), fin da giovane ha girato l’Italia e l’Europa per studio e per lavoro. Seguendo le orme paterne nel 1955 fonda l’omonima Impresa di Costruzioni, che conduce unitamente ai fratelli Ezio, Mario e Romano e che, fino agli anni ’80, opera in tutto l’Appennino nella costruzione di laghetti d’irrigazione, strade poderali e vicinali, acquedotti, fognature, costruzioni civili ed industriali (i due maggiori complessi edilizi di Palagano, Istituto Francescane e Casa Papa Giovanni, sono opera sua). Dagli anni ’70 l’impresa si evolve anche tecnicamente dedicandosi al "precompresso", specializzazione dell’Ing. Romano, e dagli anni ’90 con l’avvento dei figli l’impresa si trasforma in Spa, con sede a Modena. Stefano, in tanti anni d’attività, ha sempre cercato maestranze in Appennino, perché sosteneva che "chi parla in dialetto è buon lavoratore e poco sindacalista". Voleva molto bene a Palagano, ove ha sempre sostenuto e consigliato iniziative che a suo avviso portassero sviluppo e lavoro. E’ certamente stato un palaganese che ha dato lustro al proprio paese ed un capofamiglia che ha cresciuto figli onesti e lavoratori