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Lo chiamavamo tutti Mike Bongiorno Mattioli Antonio da Casa Buratta"Vie Nuove" e "L’Unità" vendè d’intorno perchè con la sinistra bene impatta Dopo anni, da Milano fa ritorno Quando "falce e martel" "quercia" riscatta Poichè giovan s’en va dal Padre Eterno Non vedrà i "DieSse" nel governo! |
Mattioli Antonio (1927-2004). "Tonino da Ca’ d Buràta", era soprannominato Mike Bongiorno per il modo quasi scenografico di presentarsi e colloquiare. Di piccola famiglia contadina (genitori, un fratello e una sorella) di Casa Buratta, borgata alta di Palagano, si dedicò con passione alla politica fin da giovanissimo e negli anni ’50-’60 fu funzionario del P.C.I. e la domenica mattina distribuiva l’Unità e Vie Nuove. Negli anni ’70 lavorava a Milano dove si sposò e si stabilì definitivamente. Rientrava con la moglie diverse volte l’anno, abitando sempre la casa paterna. D’estate, alle feste paesane, ballava instancabilmente anche ritmi moderni, con la simpatia e l’allegria di un ragazzo. |
Tra i nostri Dehoniani, Bonomini Rappresenta di certo l’eccellenza Uno dei grandi, fra i concittadini Cui va di tutti gran riconoscenza Musicista ed amante dei buon vini Un ciclone, comunque, sua presenza Aristide ci hai dato una gran scossa A Savoniero onore alle tue ossa
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Bonomini p. Aristide (1925-1998). Prete dehoniano, giunse a Palagano nel 1964 per realizzare una costruzione che sarebbe divenuta sede della Comunità e Scuola per l’o-rientamento delle vocazioni (l’area in località S. Stefano era stata donata dal Comune ai Dehoniani il 28 marzo 1963). Da subito si rivelò un emergente: intelligenza pronta, grande dinamismo, carattere solare ed estroverso. Mentre Casa Papa Giovanni procedeva speditamente, padre Aristide collaborava in Parrocchia con don Galloni e presso l’Istituto delle Suore, rendendosi via via parte integrante della comunità tutta. Negli ultimi anni ’70 fondò e diresse la Corale che, tra alterne vicende, tuttora continua col M° Ottavio Piacentini. Nel 1986 venne nominato Parroco di Savoniero, ove continuò la preziosa opera dei predecessori, finchè lo colse il terribile male che l’avrebbe condotto a morte a soli 73 anni. |
Collega del bar sport per i "ramini" Commerciante di legna e camionista Da Pietraguisa scende Ignazio Pini Che il soprannome di "Dersèt" conquista Perchè non fan "diciotto" gli scartini Al "mazzino" di cui è un vero artista Uomo operoso, buono e positivo Il cui ricordo resta sempre vivo! |
Pini Ignazio (1923 – 1995). Nasce a Pietraguisa di Palagano nel 1923, di numerosa famiglia contadina. Lui , però, si dedica subito al commercio e alla guida del camion. Gli piace molto il gioco delle carte, sia il "mazzino" che il "pinnacolo"; proprio da qui deriva il soprannome "Des-sèt", cioè dal fatto che, contando le "figure" a mazzino, quando perdeva contava solo fino a diciassette (la mano si vince con 18 figure). Persona attiva ed onesta, è stato consigliere comunale e Assessore nella seconda amministrazione Casini (1963-67). Negli anni ’70 ha costruito una bella e spaziosa casa in centro, ove si trasferì con la famiglia. Purtroppo un banale incidente, mentre potava una pianta di mele, ce lo ha tolto alla giovane età di 72 anni. |
Stefano Piacentini dai Pianacci Fonda e dirige l’omonima impresa Che col lavoro toglie dagli impacci Chi fra l’agri e l’industria sta in contesa Per Palagano è tutto baci e abbracci Sulla "ceramica" cercando intesa Il suo lavoro è ancora per il mondo È uomo di valore a tutto tondo. |
Piacentini Stefano (1914-2002). Nato ai Pianacci di Palagano da numerosa famiglia (3 fratelli e 3 sorelle), fin da giovane ha girato l’Italia e l’Europa per studio e per lavoro. Seguendo le orme paterne nel 1955 fonda l’omonima Impresa di Costruzioni, che conduce unitamente ai fratelli Ezio, Mario e Romano e che, fino agli anni ’80, opera in tutto l’Appennino nella costruzione di laghetti d’irrigazione, strade poderali e vicinali, acquedotti, fognature, costruzioni civili ed industriali (i due maggiori complessi edilizi di Palagano, Istituto Francescane e Casa Papa Giovanni, sono opera sua). Dagli anni ’70 l’impresa si evolve anche tecnicamente dedicandosi al "precompresso", specializzazione dell’Ing. Romano, e dagli anni ’90 con l’avvento dei figli l’impresa si trasforma in Spa, con sede a Modena. Stefano, in tanti anni d’attività, ha sempre cercato maestranze in Appennino, perché sosteneva che "chi parla in dialetto è buon lavoratore e poco sindacalista". Voleva molto bene a Palagano, ove ha sempre sostenuto e consigliato iniziative che a suo avviso portassero sviluppo e lavoro. E’ certamente stato un palaganese che ha dato lustro al proprio paese ed un capofamiglia che ha cresciuto figli onesti e lavoratori |