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Per anni portinaia del convento Suor Angelica delle Francescane Al campanello aveva orecchio attento Per poverelli una minestra e un pane E pure il Pane per il Sacramento Con l'orazioni impegno le rimane. L'immagino su in cielo a passettini A cantare con Santi e Cherubini! |
Ruvasi Angelica (1898-1969). Nata a Cadignano di Lama Mocogno da famiglia benestante, una sorella gemella ed un fratello medico, venne giovanissima all'Istituto delle Suore Francescane dell'Immacolata di Palagano. La sua mansione principale era il servizio di portineria che svolgeva con particolare spirito di accoglienza e col perenne sorriso sulle labbra. Sua ulteriore incombenza era anche quella di preparare le ostie per il Santissimo Sacramento: preparava una colla finissima, che spalmava sugli stampi roventi e ritagliava in perfetti dischetti bianchissimi (...e noi, all'asilo, mangiavamo i ritagli...). Ad ogni squillo di campanella si udivano nel lungo corridoio i passettini svelti. Riposa nel nostro camposanto dopo un vivere sereno che ha irradiato amore e benevolenza. |
Galvani Germano, primo spazzino Con Candida viveva giù ai Casoni Spingeva per il centro il carriolino Raccogliendo rifiuti e imprecazioni Per il pesce d'aprile un bel mattino Col sorriso diceva "state buoni!" Un crudo male lo condusse a morte Lasciando il figlio Paolo e la consorte. |
Galvani Germano (1923-1975). Nato a Boccassuolo, Campo la Ca', da famiglia di agricoltori, abitò poi coi genitori ed il fratello ai Casoni di Boccassuolo. Rientrato dalla prigionia in Germania, si sposò con Bertogli Candida ed essendo stato assunto in Comune come salariato, si trasferì al Capoluogo negli anni Sessanta. Fu il primo operatore ecologico di Palagano, con la sola dotazione di un carrettino a mano per la raccolta dei rifiuti, che allora veniva effettuata nelle poche strade del centro. Un primo aprile di quegli anni, per il pesce d'aprile, diversi agricoltori avevano portato campioni di sterco bovino per l'esame "fisiostercografico", Germano tranquillo e sorridente ascoltava le imprecazioni e diceva "Bütàd pur chì, che l'esàmm a é fàg mì!". Nel 1970 iniziò a costruirsi una casetta nella "lottizzazione Casoni", casetta che abitò per poco tempo perchè un male incurabile lo condusse a prematura morte. Era un pescatore provetto e fu forse l'ultimo cui il Dragone fornì il pesce per la cena. Il figlio Paolo è il nostro primo cittadino. |
Vien da Susano Sibari Raimondo Che pel Comune faceva il becchino Piccolo, curvo e un poco rubicondo Sempre seco tenea fiasco di vino. Di povera famiglia ma giocondo Dovette rosicchiar più d'un crostino. Visse la vita con un gusto pieno Mangiando molta paglia e poco fieno.
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Sibari Raimondo (1900-1989). Trovatello abbandonato a Modena sulla "ruota" di un convento, fu adottato da due coniugi anziani e senza figli di Polinago. Dopo la prima guerra mondiale, deceduti i genitori adottivi, si trasferì a Costrignano dove lavorò per anni come garzone nel podere del Dott. Nannetti. Si sposò nel 1932 con una ragazza di 17 anni, pure di Costrignano, stabilendosi al "Castellaro". Il 18 marzo 1944 la modesta casa gli fu bruciata dai tedeschi e fu costretto a trovare casa a Rubbiano di Montefiorino. Dal 1947 si trasferì nella casa popolare di Susano coi figli (4 maschi e 4 femmine). Dal 1970 ebbe l'incarico comunale di necroforo, incarico che svolgeva con semplicità e allegria, portando sempre con sè un fiaschetto di vino. Era benvoluto e simpatico a tutti, perché sapeva sorridere e prendere la vita |
Da San Rocco venìa Dino Ugolini In quel di Boccassuolo trapiantato Aveva militato negli Alpini E coi fratel faceva artigianato Amava la "baracca" e buoni vini Fu per il paesel sempre impegnato Ci lascia un buon ricordo ed un sorriso Va con le "penne nere" in Paradiso! |
Ugolini Dino (1924-2000). Nato a Boccassuolo da numerosa famiglia, 3 femmine e 4 maschi, il padre falegname, la madre casalinga. Dopo le elementari venne avviato, assieme ai fratelli, all'attività paterna nel laboratorio posto in San Rocco. A 18 anni, nel 1942, fu chiamato al servizio militare a Torino e qui venne fermato e deportato in Germania, ove girovagò per diversi campi di detenzione, per due anni, fino a Dachau. Rientrato dalla prigionia, continuò il lavoro di falegname, si sposò ed ebbe la figlia Giosetta. Negli anni '50 fu consigliere comunale a Montefiorino. Di indole allegra e d'innata giovialità, fu per tanti anni responsabile degli Alpini e con essi sempre partecipò alle adunate nazionali, provinciali e alle "baracche" locali. Per tanti anni è stato riferimento per ogni tipo di necessità dei compaesani di Boccassuolo. |