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 La ballata della Valle  


 

 

 

XII


Pubblicata su la luna nuova - Dicembre 2007- Num. 30

 

 

Brugioni Francesco "l'istituzione"

A Boccassuolo avea l'autonoleggio

Riferimento per ogni stagione

A Cà Mingucci teneva posteggio

Chissà quante notti, quante persone

Per il suo cuore evitarono il peggio

A Silvio Fontana fu grande amico

Entrambi ricordo e benedico.

Brugioni Francesco (1908-1981)

Il padre Giovanni giunse da Fiumalibo per aprire l'ufficio postale di Boccassuolo, poi, sposata Pighetti Rosa, vi si stabilì definitivamente. Visse a Boccassuolo gli anni di scuola e i primi anni giovanilí, quindi emigrò a Roma trovando lavoro presso una impresa di costruzioni. I cantieri di questa impresa lo portarono a lavorare anche in Sicilia ed in Corsica, come autista prima e capo cantiere poi. Nel 1936 andò in Africa come conduttore di autocarri ,quindi nel 1940 rientrò a Boccassuolo per sposarsi e risiedervi stabilmente. Dal dopoguerra faceva trasporti e commerci con la "Balilla", quindí dal 1955 ebbe la licenza comunale di Autonoleggio da rimessa con conducente, attività che svolse prima col 1100 Fiat, quindi con la "124" ed infine con la "132". Puntuale,affabile e disponibile, fin dai primi anni 60 fu coinvolto dal Dottor Fontana, di cui era grande amico, nel gruppo di volontari donatori nell'AVIS di Pavullo; non di rado, infatti, oltre al trasporto di qualche paziente all'ospedale fece donazioni "in diretta". A bordo delle sue auto teneva sempre un materassino di gomma piuma nel caso qualche malato o infortunato dovesse essere sdraiato. Alla sua morte la licenza di pubblico trasporto passò a Bettuzzi Guerrino.

Bortolo Calicetti dal molino

L'uomo più straordinario ch'io conosca

Per "cosa nostra" avea palato fino

E d'ingegno era al par di Fieramosca

L'arguzia gli abbondò del popolino

Mi parlava dei "maggi" e della "Tosca"

Gli serberò riconoscenza e affetto

Come primo maestro di dialetto.

Calicetti Bartolomeo (1917-1988)

Nato a Gombola di Polinago da numerosa famiglia(sei fígli,tre maschi e tre femmine),si trasferi a Montemolino da ragazzo perché i genitori gestivano il molino sul fiume Rossenna.Dopo guerra si sposò con Mattioli Faustina di Prà Colombo e continuò a condurre il molino che nel frattempo aveva dotato di altre macine per le castagne ed il mais. Dinamico e intelligente,amava stare in compagnia raccontando aneddoti e cercando di fare simpatici scherzi. Era un profondo conoscitore del dialetto che parlava abitualmente e del quale mi ha insegnato diversi vocaboli; fra le tante simpatiche storie e zirudelle,mi ha raccontato i 'Dodici cardini del mondo" (i dodes guerc de mond). Durante il lavoro nel molino era solito canticchiare in continuazione i motivi epici dei "maggi" e le arie della musica operistica.

Giuvan da Savner,Casini Giovanni

Conosciuto per "l'asso di denari"

Giocava lo scopone senza inganni

Il dispari contando ed anche il pari

A Casa Giambattista visse gli anni

Nell'armonia dei tanti familiari

Il figlio Flavio,ottimo ortolano

Imparò da Ingegnoli là a Milano.

Casini Giovanni (1909-1977 )

Figlio di Giustiniano e Baschieri Maria, contava tre sorelle e sette fratelli Dopo le scuole elementari, si dedicò all'azienda agricola dei genitori che in quegli anni produceva oltre 300 quintali d'uva e oltre 40 quintali di vino; Giovanni in questo campo dimostrò presto una competenza assoluta tanto che molti gli si rivolgevano per suggerimenti e consigli. Gli piaceva molto il tiro della ruzzola e col partner Guedri Remo vinse spesso; il Guedri faceva lanci di potenza mentre Giovanni quelli di precisione. Era anche ottimo giocatore di scopone con la particolare mania di cercare sempre di prendere l'asso di denari, tanto che, quando giocava a Palagano, si diceva :"Giuvan e ven so da Savrner per chiapar l'as ed denar!". Dal 1962 emigrò a Milano dove faceva il custode ed il figlio Flavio, dopo il lavoro frequentò i corsi serali di otricoltura e frutticoltura organizzati dalla ditta Ingegnoli. La vecchia casa presso la chiesa di Savoniero,ereditata dagli suoceri, era detta "Cà 'd Baréla" a motivo che gli stessi suoceri erano soliti recarsi a piedi al mercato di Cerredolo con pollame,conigli e uova contenuti in una specie di cassa-portantina a quattro manici.

Alla cara maestra Maria Franchi

Che andava a scuola in groppa all'asinello

A Casa Berti, sopra i neri banchi

In seconda andavam da "Monticello"

Del suo dolce narrar mai fummo stanchi

Nel tempo che per noi resta il più bello

Oltre al sapere ci donava amore

Riconoscenti la portiam nel cuore!

Franchi Maria (1909-2000).

Seconda di quattro sorelle (Domenica, Maria, Fernanda, Margherita) di famiglia benestante, il padre Franchi Giueppe, ufficiale di Stato Civile del comune casalinga possidente. Dopo una giovinezza serena e impegnata in parrocchia (unitamente alla sorella Domenica faceva il catechismo ai fanciulli),si diploma brillantemente Maestra e si dedica da subito all' insegnamento.Nei primi tempi, come altre colleghe, deve recarsi nei posti più disparati e lontani per brevi incarichi o sostituzioni; spesso il suo mezzo di locomozione era un somarello grigio Una foto degli anni trenta la ritrae a cavallo dell'asinello sulla strada per Boccassuolo ove insegnò per diversi anni. Donna molto intelligente,di carattere dolce ed estremamente sensibìle sembrava plasmata per l'insegnamento e,chi come il sottoscritto ha avuto la fortuna di averla docente, ha potuto apprezzarne le grandi doti di insegnante unlite al carisma di trascinatrice ed educatrice assoluta.