|
Ricordo bene Sisto Salvatori Che gestiva con Elia il bar centrale Di sera eran tanti gli avventori Per veder Mike Bongiorno sul canale D'una pasta eravam consumatori Con lire venticinque capitale Abbassava gli occhiali in punta di naso Per scoprir se qualcuno... aveva evaso! |
Sisto Salvatori (1889-1927). La sua numerosa famiglia (4 figli maschi e 2 femmine) era detta "del rosso" , perché il padre aveva la barba rossa. "Sisto d'ù Ròss" visse a Palagano fino all'età del militare, che fece a Milano in artiglieria; dopo il servizio militare, nel 1911 con amici di Piandelagotti emigrò in America, a Portland nello stato dell'Oregon, ove fece tutti i lavori, imparando anche a suonare la chitarra hawaiana. Rientrato nel 1921, aprì le attività, sposò Casolari Adele nel 1927 e rimase sempre a Palagano dove continuò a seguire bar, trattoria ed altre attività commerciali. Con alcuni amici (Dott. Bernini, Berti Edoardo, Teggi Emilio) aveva costituito un complessino che allietava le serate da ballo negli anni fra le due guerre. |
Fabbro artigiano fu Contri Ruggero In banda suonator di bombardino Uomo franco, amabile, sincero Produttor del Tokai più genuino A Don Galloni esternò il pensiero Che una sagra prendesse qui cammino Fu lui a confessarmi il soprannome Che tutti mi chiamavan "Zabaglione"! |
Contri Ruggero (1931-1993). Nato a Casa Conversi da Ciro e Ferrarini Maria, ha un fratello, Bruno, e due sorelle: Rosanna e Dina. Frequenta le scuole elementari in tempo di guerra, poi , a 18 anni, si reca in Corsica per il duro lavoro del taglialegna, unitamente al fratello. Dopo oltre tre anni rientra a Palagano e, col padre Ciro, dal 1958 inizia l'attività di fabbro. Nel frattempo la mamma Maria, eccellente cuoca, apre con la famiglia l'attività di ristorante-trattoria. Ruggero, seguendo le orme del padre, entra nella banda musicale ove suona il bombardino e vi si distingue per capacità ed impegno. Ottimo nel lavoro di fabbro è però molto appassionato del lavoro della vigna che conduce a valle di Palagano, facendo dell'ottimo vino bianco Tokai. Fu lui che per primo ebbe l'idea di fare la Sagra anche a Palagano e ne parlò con Don Galloni nella primavera del 1983; alcuni anni dopo iniziò a Palagano la Sagra della Madonna del Carmine. Una sera, conversando con Ruggero e la Maria in cucina, raccontavo di quante uova di tortellini avessimo preparato per la festa dell'amicizia, a quel punto Ruggero, con grande sgomento della madre, sbottò: "Maravìa ch'i't chiàmen Zabajùn!". Così imparai il mio soprannome. |
Presso la scuola media v'è la sede Per le prove di banda e di corale Appeso alla parete ognuno vede Bellissima una foto di Pasquale Che rimanda il pensiero a quanto diede Alla misura che un grand'uomo vale Fu la vita di tanti avvenimenti Lo ringraziamo ognor riconoscenti! |
Piacentini Pasquale (1931-1998). Sembra ieri, ma quest'anno è il decimo anniversario della morte di Pasquale. Lo ricordiamo continuamente e con tanto affetto per tutto quello che ha rappresentato per la vita sociale e sportiva di Palagano. Grazie al suo impegno rinacque la banda musicale, poi nacque la Polisportiva con particolare attività nello sci, quindi fu ancora fra i primi a ripartire con la corale ai tempi di Padre Aristide. Mi piace sottolineare che Pasquale ha "seminato bene", infatti i suoi figli Cesare e Paolo sono impegnati nella guida dei bambini e dei giovanissimi all'attività sciistica. Sono convinto che guardandoci dall'alto si compiaccia perché il suo lavoro non è stato vano. Grazie, Pasquale! |
Flipin da la Frära, Filippo Rioli Pure all'Isola d'Elba commerciava Assieme a moglie Giulia e ai due figlioli In qualunque settore ben portava Trattando vino, bestiame o... fagioli. Lausa e Ferruccio così ammaestrava Ebbe i natali a Casa Marguto Fu gran lavoratore e molto astuto! |
Rioli Filippo (1916-1984). Da numerosa famiglia di agricoltori, sette figli, nasce a "Casa Marguto", poi abita a Ca' del Toso di Palagano. Militare a Saluzzo, il mulo carico di munizioni gli cade addosso procurandogli una leggera invalidità per causa di guerra. Commerciò dal 1943 con l'amico Pietrosemoli, poi, dopo guerra, in proprio. Nel 1962 aprì la macelleria di fianco all'Oratorio del Carmine e iniziò a recarsi all'Isola d'Elba ove riforniva le macellerie Zini e Marasti di vitelloni e rientrava con vino, olio, uva, maiali, ecc... Nel 1946 aveva aperto anche la Cooperativa della Ferrara e nel 1950 aveva ottenuto la licenza di Tabaccheria. Molto attivo e dinamico avviò presto i figli Lausa e Ferruccio alla sua stessa attività. |