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Fra gli ultimi "stanziali" di Toggiano Sassi Leone con la sua consorte Con l’Ape raggiungeva Palagàno Per la messa e il trasporto delle sporte Se parlava dei figli, là a Milano, Con voce cavernosa e piglio forte Trasudava un’aria compiaciuta Per una vita lunga e ben vissuta! |
Sassi Leone (1911-2005). Nato a Toggiano di Palagano da Isidoro e Giacomina Buffignani, famiglia contadina, ultimo di nove fratelli e sorelle. Esonerato dal servizio militare perché i fratelli avevano combattuto nella guerra 1915-1918. Il 22 aprile 1939 sposa Bosi Domenica di Lago da cui avrà 4 figli, due maschi e due femmine. Aveva ereditato da uno zio il 50% di una casetta in cui era andato a vivere con la moglie; per poter rimborsare ai fratelli coeredi l’altro 50%, si recò a Bolzano ove, col fratello Domenico, lavorava in galleria per l’estrazione di minerali; in seguito chiamò anche la moglie, che svolgeva lavoro di cuoca e cameriera presso i dirigenti delle miniere. Appassionato di musica e grande ballerino, per oltre quarant’anni ha frequentato tutte le feste della vallata, solo, perché alla moglie non piaceva il ballo. Uomo molto religioso, fino agli ultimi giorni non ha mai mancato la Messa domenicale. |
Fra i grandi vecchi di Montemolino Che fecer vivere il bel villaggio V’è di sicuro Scorcioni Savino Che di fortuna offriva miraggio Spirito libero e un po’ sbarazzino Scherzava d’aprile più che di maggio Aveva un umorismo un po’ all’inglese E più d’un per la sua burla se la prese! |
Scorcioni Savino (1915-2003). Nato a San Dalmazio di Serramazzoni da numerosa famiglia di contadini (otto fratelli e sorelle). Dopo il servizio militare a Riva del Garda, conobbe e sposò Verucchi Giuseppina e si trasferì a Montemolino. Qui iniziò l’attività di trattoria/osteria, poi, acquistati i muli, trasportava e commerciava legna da ardere e carbone. In occasione delle fiere di Montemolino, 4 giugno, l’attività di trattoria era divenuta molto intensa dovendosi sgomberare le camere ed apparecchiare tavoli per ospitare tutti i convenuti per il pranzo e la cena. Savino era un burlone eccezionale e, fra gli innumerevoli scherzi si ricordano quelli di tagliare i manici alle borse della spesa e di togliere un dente cariato minacciando con un tizzone ardente. Fu tra i primi ad avere l’autovettura, Topolino Fiat e Ardea Lancia, e Scorcioni ebbe il primo televisore in bianco e nero ove i vicini si recavano per vedere "Lascia o Raddoppia?". La moglie Giuseppina, originaria del Pavullese, era famosissima per le crescentine ed il cotechino sotto le braci. |
Del borgo Roncatello il buon Rinaldo Becchino incaricato a Boccassuolo Teneva in tasca il doppio metro "caldo" Per non tardare d’un minuto solo Quando la morte ne chiedeva il saldo E i rintocchi per l’aere erano in volo Forse alcun si toccava al suo passaggio Ma il suo dire fu sempre molto saggio! |
Guigli Rinaldo – "Rino da é Runcadell" (1919-1996)Nato alla borgata "Roncadello" di Boccassuolo, vi frequentò le elementari, poi vi abitò lavorando come agricoltore. Fece il servizio militare negli alpini, ma, causa il calcio di un mulo, ebbe riconosciuta l’invalidità al servizio e venne congedato; ebbe quindi una modesta pensione di guerra. Sposato, senza figli, si trasferì a "Santemas" a casa della moglie. Fu incaricato dal Comune, per oltre 5 anni, del servizio di necroforo a Boccassuolo. Si racconta che, quando veniva a conoscenza che qualcuno fosse ammalato gravemente, girasse nei paraggi col metro in tasca... forse per prendere le misure! |
Reduce da Nikolajewska, alpino Ferrarini Filippo il calzolaio Abitava là sotto Montespino Con le figlie e la Giulia senza guaio Buon parlatore dal dialetto fino Pur di lepri e fagiani macellaio Uomo intelligente ed assennato più che un maestro pel paese è stato! |
Ferrarini Filippo (1921-2006). Nato a Casa Bogo da famiglia di contadini, 3 fratelli e due sorelle, fin da ragazzo andò a imparare da calzolaio presso Marasti Giovanni (Nino). Nel 1941, a vent’anni servizio militare negli alpini, divisione "Julia", tiratore scelto, combatte a Nikolajewska. Negli anni 1951-1953 lavora in Belgio con Speziali Domenico e Fratti Mario. Rientrato in Italia prende parte alle campagne di aratura in Toscana con Lami Elvio e Bertugli Nello. Nel 1959 va a Milano con la moglie, ove lavorano come cameriere e cuoca; dopo alcuni anni è occupato presso la ditta ove lavora la moglie Giulia. Nel marzo del 1981, giunto alla pensione, rientra a Palagano ove continua a lavorare e racconta piacevolmente le vicende della vita. . |