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Costrignano
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La fonte bibliografica principale è: "INSEDIAMENTO STORICO E BENI CULTURALI - ALTA VALLE DEL SECCHIA - comuni di Frassinoro, Montefiorino, Palagano, Prignano" - Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, Amministrazione Provinciale di Modena - 1981).
Il testo è stato pubblicato nel 1981 in seguito ad una importante ricerca storico-fotografica condotta in quegli anni. Può essere che parte dei reperti storicamente significativi segnalati nelle diverse schede delle località siano scomparsi, distrutti, riutilizzati. Almeno ne resta una memoria scritta.
Storia | Chiese | Campanile | Casa Boccini | La Campagnola | Castellaccio | Castellaro | Frassineti | Ca' di Giano | Il Poggio | Ca' di Rozzi | La Valle |
Il nome potrebbe derivare da Castricius o Casticius, nome proprio latino, forse di legionario romano cui fu concesso il dominio su quei terreni; oppure dalla voce medioevale castrucianus col significato di porciletto.
Non esistono prove certe di un insediamento romano tranne alcuni frammenti rinvenuti in località Poggiolo che potrebbero essere ricondotti all'età romana.
Costrignano ("Costreniano") è citato in documenti del 1029 e 1071.
Il documento del 1029 è un atto in cui l'Arciprete di Rubbiano, Martino, dona alcune terre di Costrignano alla chiesa di S. Geminiano di Modena.
Il documento del 1071 si riferisce alla fondazione del Monastero di Frassinoro ed alla donazione di terre che la contessa Matilde di Canossa fece all'Abate. Costrignano essendo parte della Corte di Vitriola (assieme a Susano, Savoniero, Montefiorino, Rubbiano, Farneta e Gusciola) fu uno di quei territori che costituirono le terre della Badìa: territorio sul quale l'Abate di Frassinoro aveva pieno potere temporale.
In località Poggio nella prima metà del 1100, quale punto strategico per la difesa delle terre della Badìa, venne costruito un castello, affidato dall'Abate ai capitani Da Baiso; venne poi distrutto dai modenesi tra il 1155 e il 1156. Nell'atto di pace che seguì i modenesi lo infeudarono ai Da Baiso. Il castello venne successivamente ricostruito e poi definitivamente distrutto all'inizio del 1200. Non ne restano tracce.
Sorgevano anticamente altri due fortilizi, dei quali non resta attualmente traccia, in località Castellaro e Campagnola.
Al Castellaccio si può ancora vedere, invece, la torre medioevale in origine parte di un fortilizio, fatto costruire dopo il 1252 dall'Abate di Frassinoro utilizzando il ricavato della vendita di alcuni beni in quel di Levizzano. La torre del Castellaccio conserva ancora il muro originario con feritoie verticali ed un portale a mensole concave con architrave triangolare.
Compare nei giuramenti di fedeltà al comune di modena del XII, XIII e XIV secolo. Nel 1173 gli uomini di Costrignano giurarono fedeltà ai modenesi a Susano; nel 1197 è comune autonomo, con 3 consoli e 33 capifamiglia, status che mantenne almeno fino al 1306.
In seguito al declino dell'Abate di Frassinoro fu assoggettato ai Montecuccoli. Successivamente fu dato in feudo ai Mosti ed infine dai Sabbatini in quanto parte della Podesteria di Medola prima e di Rancidoro dopo.
In origine, dal punto di vista ecclesiastico, il territorio dipendeva dalla Pieve di Rubbiano e successivamente dalla Pieve dei Monti. Sorgevano due chiese, una dedicata a S. Simone e l'altra a S. Margherita.
Attualmente vi è un'unica parrocchia dedicata S. Margherita.
La chiesa parrocchiale è stata ricostruita nel 1886 utilizzando resti della precedente chiesa visibili sulla facciata.
Da notare è una formella con soggetto zoomorfo racchiusa in una cornice multipla.
L’interno, a tre navate con archi goticizzanti, presenta una decorazione tardo ottocentesca.
Nel muro perimetrale sinistro si trova un ex-voto in arenaria recante un'iscrizione del 1630 che ricorda la peste, posto come architrave di una finestrella strombata.
Neoromanico. Presenta una cella campanaria con bifore sui quattro lati e alla base ha una contrafforte con cordolo.
Gli edifici sono stati in gran parte distrutti durante l'ultimo conflitto mondiale.
A testimonianza del vecchio insediamento rimangono un architrave datato 1726, un portale a tutto sesto con chiave d'arco decorata a bassorilievo da un giglio e una mezzaluna e due edicole inserite nel paramento murario di due edifici, una datata 1825, l'altra 1866.
Vi sorgeva uno dei fortilizi citati dal Bucciardi.
Oggi vi si trovano un edificio ottocentesco con annesso rustico ed una maestà datata 1899.
Il toponimo con desinenza "accio" in genere designa una struttura antica e fatiscente. Si sa, infatti, che nella seconda metà del secolo XIII l'abate di Frassinoro, impegando parte del ricavato della vendita di certi beni intorno al castello di Levizzano fece riparare vecchi fortilizi ed erigerne dei nuovi: il fortilizio di Monte Spino a Palagani, in seguito distrutto; la torre di Boccaassuolo, dove ora sorge il campanile; la torre detta, al tempo del Bucciardi, il Castello, in Costrignano, che si può ipotizzare essere quella in località denomimata oggi Castellaccio.
Questa torre, ora con copertura a quattro falde conserva il parametro murario originario, ferritoie verticali ed un portale a mensole concave con architrave triangolare.
Nell'abitazione contigua alla torre un pilastro a sezione ottagonale sostiene il balco di legno.
La maggior parte degli edifici è stata distrutta nel 1944.
Rimangono inserite nel muro di edifici rurali alcune edicole settecentesche.
Il riferimento al termine castello rimane indubbio.
Oggi non rimangono tracce del fortilizio citato dal Bucciardi, che forse sorgeva sul promontorio.
L'abitato è stato semidistrutto dall'incendio nazi-fascista del 1944.
Nel borgo, incendiato nel 1944, si segnala un'edicola datata 1750, un portale con arco a tutto sesto in tre grossi conci, una finestra con architrave irregolarmente triangolare recante una croce incisa ed un concio angolare con testa antropomorfa scolpita a bassorilievo.
Ai margini del nucleo sorge un fabbricato quattro-cinquecentesco, adibito a rustico, con un portale a mensole concave di cui si conserva un lato in arenaria e la porta originaria col tipico catenaccio.
Sul fianco lesionato e sorretto da un contrafforte è una finestra quadrata cons tipiti modanati a cornice.
Nell'edificio contigu una finestra seicentesca presenta le tipiche incisioni parallele.
Al centro dell'insediamento un edificio con finestre quadrate ha un ampio portale che reca nell'architrave il monogramma di Cristo e la data 1695, affiancato da una finestrella monolitica a ferritoia orizzontale.
E' documentato un castello nella prima metà del XII secolo sul Poggio di Costrignano in un punto strategico per la difesa delle terre della Badìa affidato dall'abate di Frassinoro ai capitani da Baiso e distrutto tra il 1155 e il 1156 dal comune di Modena.
Non se ne conservano più le tracce.
Nelle sottoscrizioni del giuramento al comune di Modena del 1197 compare un "Raimundinus de Rozis" tra i capifamiglia che giurarono a Costrignano.
Nel 1200 tra i firmatari di un altro giuramento vi è "Guidulinus Rozi".
Nel 1205 un "Rolandinus Rozorum".
Nel nucleo, costituito da edifici in buona parte ristrutturati resta un oratorio dedicato alla Vergine Immacolata datato 1853.
Nel giuramento di fedeltà al comune di Modena del 1200 compare "Ugo de Valle", che sottoscrive a Costrignano.
L'insediamento rurale è costituito da alcuni edifici contigui uno dei quali conserva un portale a tutto sesto datato 1747.
L'oratorio di S. Giovanni reca sulla facciata una targa con data 1775 sopra al portale achitravato.
Da notare la particolarfe copertura a falde rialzate.