la Luna nuova |
Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Raccolta delle lettere pubblicate sul periodico
la Luna nuova - Aprile 1998 |
Comunità montana
Cara Luna, un cordiale "ben tornata"!
Essendo stato, per un breve lasso di tempo, l’oscuro ed indegno Presidente della Comunità Montana Appennino Modena Ovest, ed essendomi stato chiesto un piccolo intervento lo faccio volentieri. Nel piccolo spazio, poi, che mi è stato assegnato non riuscirei certamente a tracciare, nemmeno a grandi linee, la sua storia, essendo essa una storia molto complessa e variegata. Storia, comunque, importante, anche se non sempre edificante, almeno per me.
Io fui, se non sbaglio, il quarto, in quei tempi assai difficili, tempi da.... prima Repubblica.
Oggi, ne sono convinto, le cose sono profondamente cambiate. Anzi lo spero, essendo l’Ente comunitario uno strumento di programmazione veramente formidabile a patto che se ne faccia buon uso. Oggi i sindaci, con l’elezione diretta, sono "intoccabili", e per l’intero mandato possono operare al meglio. Spero che in questo senso sia cambiato qualcosa anche per il Presidente e per il suo Esecutivo, altrimenti sono guai: sono infatti i personalismi probabilmente i nemici veri di questo organismo. Se la Comunità non opera, ma sta ferma, va indietro e a farne le spese sono gli amministrati, cioè tutti i cittadini. Gli altri due nemici mortali sono l’interruzione dei suoi organi amministrativi ogni due anni, allorchè si rinnovano due consigli comunali su quattro. L’altro è la tentazione a rassegnarsi al ruolo di "ufficio staccato della Regione".
Non è colpa specifica di qualcuno, ma, a volte, la tentazione del quieto vivere è insita nelle cose. A questo punto obbedisco a chi mi ha raccomandato di essere breve, riservandomi, volentieri, altri interventi, magari un po’ più documentati e dettagliati.
Intanto auguro a tutti, specialmente al Presidente della Comunità, che non ho il piacere di conoscere, un proficuo lavoro.
Ugo Beneventi
Cara Luna nuova,
è con molto piacere che ho ricevuto il vostro giornale e vi ringrazio di avere pensato anche a me che non avendo altro da fare l’ho letto e riletto parecchie volte per comprendere tutto il progresso fatto in un periodo di 50 anni che per la minima cosa bisognava andare a Montefiorino.
A me è successo, avendo una famiglia di sette figli tutti piccoli, che spesso avevano bisogno di medicine e perciò bisognava correre alla farmacia di Montefiorino e sempre a piedi: due ore andare, due ore a ritornare e a volte mi è successo di trovare anche la farmacia chiusa.
Quando ci ripenso mi pare impossibile tanta miseria per chi era nullatenente come me.
Ora per fortuna il mondo è cambiato e so che anche a Palagano si sta benissimo poichè oggi esistono tutte le comodità come nelle città, e speriamo che continui sempre come oggi.
Spero di ricevere ancora il vostro bellissimo giornale e fatemi sapere quanto costa l’abbonamento annuo così vi spedirò l’importo.
Distinti saluti a voi e a tutti i vostri collaboratori, e di tutto cuore un buon 1998 per tutti i Palaganesi.
Vostro affezionatissimo
Ranucci Giovanni
Lille (Francia)
Fontana di Costrignano
Cara Luna,
mi rivolgo a te perchè stando lassù, con quel pò di luce che riesci a fare, forse vedi più di me quel monumento bellissimo ed inutile, posto in piazza (senza nome) al centro di Costrignano.
Tale monumento dicesi "fontana", è lì solo a fare bella mostra di sè, visto che è da tutti risaputo mancante di acqua potabile.
Con poca e "devota" immaginazione, può essere usata come Presepio, visto che la "greppia" c’è già e gli scalini si prestano bene. Altra saggia idea : si potrebbe usare come riparo,in caso di neve o pioggia tipo pensilina offertaci dall’ATCM. sarebbero due idee queste da tenere in considerazione più ben sfruttabili.
Oh Luna, te la vedi la vecchierella andare alla fontana col suo bravo secchiello o "pistoun" a prendere l’acqua d’inverno senza scivolare, per il ghiaccio, sugli scalini?
Io penso che l’ideatore di quel "monumento" la testa non ce l’abbia per terra, ma molto sulle nuvole.
Cara la mia Luna, cerca di fare luce anche alle "zucche vuote". Ci sono tanti modi di spendere intelligentemente i soldi!
Scusa sai Luna, vorrei darti altri suggerimenti e questo alquanto illuminante: bisognerebbe mettere un lampione a metà strada del Castellaro perchè ce ne sarebbe molto bisogno (fra l’altro ho già fatto la richiesta più volte) ma, parole al vento.
Oppure, quei soldi spesi tanto stupidamente, si potevano usare per migliorare la fontana di Susano e coprirla, (cosa già detta nel tuo primo numero); ma anche quì le cose vanno al vento.
In questo caso il "Cara Luna" è praticamente "Caro Sindaco" le chiedo solo di fare qualcosa di costruttivo, i soldi... costano!!
A. P.
Vitalba
Cara Luna,
gironzolando per boschi, fossi, fiumi, strade del nostro comune, mi è capitato di vedere, sempre più spesso, piante di ogni tipo pressoché morte o in procinto di esserlo perchè affogate completamente da grosse e piccole funi di vitalba o il cui tronco è asfissiato dall’edera.
Il fenomeno, ancorché in corso da diversi anni, si è ultimamente accentuato in misura direttamente proporzionale alla diminuzione di popolazione attiva in agricoltura e più in generale all’invecchiamento degli abitanti il territorio.
E’ veramente desolante vedere tante piante, specie da frutto, come ciliegi, meli, peri, già forti e rigogliosi, protendere al cielo rami sempre più nudi e secchi, privati anche, ormai, di una pietosa scure che li renda almeno utili al fuoco.
Penso che questi scenari diano ancor più un senso di tristezza e di abbandono delle nostre belle montagne e non contribuiscono certo a rendere piacevole il paesaggio a chi non è dei nostri posti.
Perchè non provare, almeno un giorno all’anno, a dichiarare guerra alla vitalba, ripulendo qualche pianta o disinfestando qualche tronco? Perchè non ridare vita e vigore agli alberi sommersi e aggrediti da questi parassiti?
Sull’esempio delle giornate "fiumi e boschi puliti", cominciamo nel prossimo aprile il giorno "vita agli alberi", ovvero "môrt a la vedràza"!?!
Se cento di noi pulissero, ciascuno, dieci alberi, mille alberi avrebbero nuova vita! E ogni anno sarebbero altri mille. Proviamoci!
Bruno Ricchi