la Luna nuova |
Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Raccolta delle lettere pubblicate sul periodico
la Luna nuova - Aprile 2003 |
Ho qualcosa da dire su questo numero de "la Luna nuova" di cui sono direttore responsabile.
Devo infatti precisare quali sono le mie responsabilità. Io ho lavorato in un giornale di sinistra e non vorrei che qualche lettore ritenesse che certe posizioni fossero da me approvate.
A che cosa mi riferisco? A due "pezzi" che sono pubblicati in questa pagina e a pagina 10. Il primo è una lettera di un sedicente vescovo di una chiesa indipendente (una delle tante sette che infestano l'America) il quale semina odio verso gli Stati Uniti, responsabili, a suo dire, di tutti i mali del mondo.
A pagina 10 c'è un'altra lettera, quella del signor Ugo Beneventi, che giudico al limite del blasfemo. Come si fa a scrivere che Gesù era sicuramente fra i disobbedienti che hanno messo a ferro e fuoco Genova?
Qualcuno si chiederà perchè vengono pubblicati scritti non condivisi dal direttore. E' normale che fra i redattori, i quali, fra l'altro, lavorano gratuitamente, vi possano essere idee diverse.
Mi sembra però giusto che anche il direttore possa esprimere la propria opinione.
Giuseppe Cervetto
Wanted
Carissima Luna, mi piace commentare con te, anche se forse non ne sono all'altezza, i grandi eventi che influenzano la storia. Tra questi ci collocherei senz'altro, il grande raduno del Social Forum di Firenze. E' stato un evento di portata mondiale che avrà, sicuramente, un grande impatto sul futuro del mondo: sono i giovani che irrompono sulla scena della storia.
Si potrà criticare finchè si vuole, e forse anche a buon diritto, ma non si potrà ignorarli. Si è vista una grande marea di gente di tutte le estrazioni sociali, culturali, religiose (parecchi i cristiani cattolici) che si sono ritrovati dimostrando così che al mondo non ci sono soltanto i soldi, il potere e le ambizioni di adulti, spesse volte frustrati.
Confesso di essere stato preso da grande entusiasmo e se avessi avuto vent'anni di meno ci sarei stato sicuramente anch'io.
Poi è venuta Cosenza: una grande festa di popolo e di pace. La gente è bene che si incontri, che si parli, che si guardi negli occhi così, finalmente, si capiranno e non si ammazzeranno più come i cani.
Come insegna continuamente il Papa la forza vincente si chiama tolleranza.
A me è venuto in mente un manifesto che ha tappezzato, negli anni settanta per un certo periodo di tempo, parecchie città americane della costa del Pacifico che parlava di un pericoloso ricercato di nome Gesù.
Il Time popolarizzò il fenomeno con l'etichetta di "Jesus Revolution".
E' un manifesto che mi ha colpito così in profondità che lo voglio trascrivere integralmente:
WANTED
GESU' CRISTO
Detto anche Messia, Figlio di Dio, Re dei re, Signore dei signori, Principe della pace, ecc...
Pericoloso capo di un movimento clandestino di liberazione.
REO DEI SEGUENTI CRIMINI:
esercita senza licenza l'arte del medico, del fabbricante di vino, del distributore di viveri, viene alle mani con i mercanti installati nel tempio; mantiene rapporti con noti criminali, radicali, sovversivi, prostitute e gente di strada; pretende di avere l'autorità di trasformare gli uomini in figli di Dio.
ASPETTO ESTERIORE
Tipicamente hippy: capelli lunghi, barba, tunica, sandali; gironzola volentieri per i quartieri malfamati, ha alcuni amici ricchi,
si nasconde spesso nel deserto.
ATTENZIONE!
Quest'uomo è estremamente pericoloso. Agli influssi del suo elettrizzante messaggio sono particolarmente esposti quei giovani ai quali non si è ancora insegnato ad ignorarlo.
Egli cambia gli uomini, affermando di liberarli.
AVVISO:
E' TUTTORA A PIEDE LIBERO
Mi si perdoni l'accostamento, ma mi pare di averlo visto in mezzo a quella turba di giovani a Genova, a Firenze e poi anche a Cosenza. Metterei la mano sul fuoco perchè sono sicuro al cento per cento che là in mezzo c'era proprio anche Lui. "Perchè dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro" (Mt, 18,20).
Cordialmente
Ugo Beneventi
Guerra
Carissima Luna, ho nel cuore una grande pena che sono sicuro hai anche tu: si chiama guerra.
Io appartengo a quella generazione (eravamo ragazzi) che l'ha conosciuta.
Non ve la so descrivere bene, ma ve la posso spiegare con una piccola pennellata, con una verità che ancora m'angoscia: immaginate un carro carico di cadaveri trainato da due buoi e su quel carro il cadavere di un uomo pugnalato a morte, con le unghie completamente rovesciate dal gran che aveva annaspato per terra per la lunga agonia.
Questa è la guerra! Io quel carro l'ho visto; quell'uomo era di Costrignano (non dico il nome per non rinnovare il dolore dei figli tuttora viventi). Tutto questo, ed altro, è accaduto a Costrignano, Susano e Monchio il 18 marzo 1944.
Perchè scrivo queste righe?
Per insegnare qualcosa a qualcuno?
No... non ho proprio nulla da insegnare a chicchessia.
Scrivo per me, ad alta voce, per ricordarmi che quando si parla di guerra bisogna farlo con sacro rispetto per le vittime.
Assistiamo a certi sproloqui televisivi che danno il voltastomaco.
Strumentalizzazioni della realtà, del Papa (fatte da tutte le parti) che fanno rabbrividire.
Uomini politici che parlano a vanvera, parlano a nome del mondo mentre non saprebbero rappresentare degnamente nemmeno il loro condominio.
Se poi penso ai cristiani in politica... che pena...
Non sanno che pesci pigliare. Ma il Papa che ci sta a fare? Siamo cristiani o burattini?
In Parlamento tutti lo applaudono, poi nessuno lo ascolta. Ma a ben pensare, anche gli applausi in Parlamento erano ipocriti.
Non si applaude in modo alternato; significa strumentalizzare. Per concludere voglio ancora ricordare a me stesso che ciò che stiamo vedendo in questi giorni in TV non è un film.
C'è poco da ridere.
Preghiamo soltando Dio che questo conflitto non si trasformi in uno scontro di civiltà, di religioni; sarebbe il dramma dei drammi: in sostanza lo dice il Papa.
Ugo Beneventi
Grazie Teresa
Così per caso, la mia amica Teresa Galvani mi ha prestato "La Luna Nuova". Ho trascorso un bel pomeriggio domenicale insieme a voi tutti e ai vostri pensieri che, così sentiti e belli, avete trascritto sulle pagine. Li ho trovati così attinenti al mio io e mi sono commossa e ho riso sulle vostre, per me belle, impressioni ed espressioni, scritte con cuore montanaro e che ho apprezzato tanto.
Condivido con voi ogni rigo, perché mi ha fatto meditare e riflettere sulle tante cose che fanno comprendere quanto questo mondo sia meschino, egoista, egocentrico e ipocrita. Naturalmente esistono anche tante belle persone che si adoperano in mille modi per aiutare chi soffre ed ha bisogno, rimanendo a volte nell’ombra senza onori né gloria, perché da tutto ciò rifuggono e ne sono solo infastidite. "Almeno una volta nella vita (io dico anche più volte) bisogna fuggire ai consigli sensati"; inoltre chi con le parole vuole fare troppo il buono e il bravo si rende antipatico, e non è per niente quello che vuol fare apparire.
Grazie per avermi fatto rivivere in modo così bello la mia infanzia a anche il sapere di vivere nel tempo attuale con persone che hanno scritto questo giornale periodico di paese, esprimendo il meglio di sé, donandomi finalmente qualche cosa che mi ha per il momento e non è poco, arricchito moltissimo l’anima. Molto bella anche l’idea dell’ultima pagina sulle riflessioni del grande Pablo Neruda. E già che per la maggior parte delle cose dette, ogni singola persona, purtroppo può fare ben poco per le due persone disperate e i cani, può darsi che avervi scritto possa risolvere qualcosa? Speriamo. Perché i cani, che come ad ogni altro animale io voglio moltissimo bene, senza nessuna colpa loro,anzi, ma solo perché non si sentono amati dai loro padroni, sfogano così, non potendo fare altro, il loro strazio interiore; e magari questo succedesse solo a Palagano! Sperando che il vostro giornalino possa essere letto da tante altre persone, vi auguro buon lavoro e... un grazie alla Teresa che ha fatto in modo che vi potessi conoscere.
Sorbi Sassi Cristiana - Montefiorino
Australia
Cara Luna,
recentemente mi sono recato per una vacanza studio a Sydney.
Prima di tornare in Italia non potevo non passare da Melbourne a visitare la piccola comunità di Savoniero che lì vive e che quest’anno festeggia i 50 anni di Australia.
Sono assidui lettori della Luna, così ne approfitto per salutarli e raccontarvi qualcosa di loro; la storia è simile a quella di tanti altri che dalla nostra valle, uscita distrutta dalla seconda guerra mondiale, sono partiti per un mondo lontano e sconosciuto in cerca di fortuna. Il viaggio era ovviamente di sola andata, si trattava di sfidare la sorte per costruirsi un futuro.
Ci sono riusciti, con la dedizione al lavoro, alla famiglia ed alla fede che sempre accompagnano la gente semplice ed onesta.
L’Australia li ha accolti, loro come molti altri da tutta Europa e dall’Asia formando quel tipo di società detta "melting pot", dove genti provenienti da mondi e culture diverse si integrano fino a fondersi in un’unica e nuova forma di aggregazione.
La società australiana è questo: i nostri immigrati ne fanno parte e si sentono parte, tanto che i più hanno ormai il passaporto australiano e per comunicare usano quasi esclusivamente la lingua inglese.
L’italianità è e rimane ben visibile nei molti club italiani dove i nostri si ritrovano per giocare a carte, festeggiare qualche avvenimento, guardare la partita, o anche semplicemente per quattro chiacchiere.
Sono orgogliosi di vivere in questo luogo dove la vita scorre tranquilla negli immensi spazi e incomparabili bellezze naturali, ma anche profondo senso civico: pulizia dei luoghi pubblici, lunghe e rispettate file per entrare nei cinema, teatri, autobus, puntualità ed efficienza dei servizi, raccolta differenziata, rispetto del codice stradale. E’ la dimostrazione di come si possano raggiungere alti standard di benessere anche senza la frenesia ed il nervosismo tipico della nostra zona.
Vivere in Australia oggi è una fortuna!
Flavio Sassatelli