la Luna nuova |
Notizie, tradizioni, solidarietà da Palagano e dintorni |
Raccolta delle lettere pubblicate sul periodico
la Luna nuova - Luglio 2006 |
Riflessioni, risposte e
repliche a lettere pubblicate nel numero precedente
In riferimento a: "Il tempo, limite o risorsa"
(editoriale di Monia Spattini pubblicato
sul numero 25 de la Luna nuova)
Cara Luna,
“Cos'é il tempo?”... bella domanda! L'altro giorno, schiacciando il solito
pisolino quotidiano ho seguito il tuo consiglio: ho chiuso gli occhi e, nel
dormiveglia, ho pensato al tempo. Ne è uscito un po' di tutto: il tempo è
denaro, il tempo è galantuomo, il tempo è il miglior medico, eccetera, ma tutte
espressioni senza un apparente senso logico. L'unico punto fermo, che non dà
adito a contestazioni è che, di fronte ad esso, siamo tutti uguali. C'é il tempo
del dolore e il tempo della gioia: il primo non passa mai, il secondo ti sfugge
fra le mani senza nemmeno che tu te ne accorga. C'é pure il tempo della memoria:
sfogliando un vecchio albo di fotografie, leggendo una pagina di storia,
pensando ad una persona cara che ti ha lasciato, eccetera. “Ho tempo da buttare,
non ho tempo da perdere”, tutte espressioni che usiamo come se i padroni del
tempo fossimo noi; invece... il tempo non ci appartiene affatto, se non quella
piccola frazione che viviamo (pure quella illusoria). Comunque sia, ritengo che
il peggior modo di viverlo sia quello di viverlo nella solitutine, senza amore.
L'uomo (la persona) non è fatto per stare da solo; se si chiude in se stesso, a
tenergli compagnia saranno i suoi peggiori nemici: paura, insicurezza,
disperazione, egoismo, sterilità mentale, infelicità del cuore... la morte.
Nella mia concezione della vita ritengo che il tempo sia un grande dono, un dono
creato che ha avuto un inizio così come avrà una fine, alla stregua di tutto e
di tutti. Non è eterno questo tempo, è come lo spazio che è qualcosa di diverso
dal niente; se chiedete a qualcuno cosa c'é al di là dello spazio e del tempo,
spesso vi sentirete rispondere che c'é il vuoto. Non è così, perché il vuoto e
il tempo sono due creazioni: al di là, invece, c'é il nulla, il nulla assoluto.
Non per niente, infatti, diciamo:”Dio creò dal nulla tutte le cose”. Diciamo
pure: “C'é più tempo che vita”, per indicare qualcosa che non finisce mai,
invece, per chi sta morendo, per lui il tempo sta finendo.
Questo discorso, all'apparenza, difficile mi serve per parlare dell'eternità. A
mio modestissimo parere, non si può parlare del tempo senza parlare
dell'eternità (noi preghiamo dicendo spesso “in secula seculorum”). Nessuno si
spaventi! Non ho nessuna intenzione di fare un... trattato sull'eternità: non ne
avrei semplicemente la capacità. Voglio solamente dire che esistono due realtà,
“due tempi”: il tempo dell'uomo, quello presente e il tempo di Dio, l'eternità.
Man mano che l'uomo esce dal tempo presente (muore) entra nel tempo di Dio. Che
cos'é l'eternità? Abbiamo detto che questo tempo avrà fine e quindi questo tempo
col suo passato, col suo presente e col suo futuro non è l'eternità. L'eternità,
mi hanno insegnato i teologi, non ha né passato, né futuro, è un eterno presente
nella nuova creazione, dove ci saranno “cieli nuovi e terre nuove” e nella beata
contemplazione di Dio. Un tale pensiero a me aiuta a vivere questo mio attuale
tempo presente; se aiutasse anche voi ne sarei sinceramente contento.
Grazie. Cordialissimi saluti
Ugo Beneventi (Costrignano)
Carissima Luna, carissimi amici,
raccolgo l'invito della Direzione ed esprimo la mia opinione su questo
argomento. Come si può notare, avevo già scritto una decina di anni fa un
articolo sul tempo libero: mi piace però renderlo più interessante con una
definizione di Laura Conti, una protagonista del nostro tempo. Lei scriveva: “Il
tempo è qui: ora”. Ora è più difficile di ieri, ma è più facile di domani.
Parlando del collasso degli ecosistemi, ebbe a dire: “Non c'è dubbio: da oggi in
avanti, il momento di fermarsi è ora, domani potrebbe essere troppo tardi”.
A questo punto propongo una filastrocca:
"Il tempo è qui: ora.
Trova il tempo per lavorare è il prezzo del successo.
Trova il tempo per pensare è la fonte del potere.
Trova il tempo per giocare è il segreto della giovinezza.
Trova il tempo per leggere è il fondamento della saggezza.
Trova il tempo per l'amicizia è la strada della felicità.
Trova il tempo per sognare lega il tuo carro a una stella.
Trova il tempo per amare è il privilegio degli dei.
Trova il tempo per aiutare è troppo breve la giornata.
Trova il tempo per ridere è la musica dell'anima."
Il ruolo che il “tempo libero” svolge nella nostra società è dato dallo “stile
di vita e dal comportamento“ che ognuno di noi si prefigge di instaurare. La
crescita tecnologica, e quindi la continua corsa nelle dodici ore giornaliere
(impegnate per il lavoro e per gli spostamenti), hanno creato negli individui
nuove esigenze, imponendo abitudini e gusti già preordinati. Noi dovremmo
interessarci delle questioni di vita e delle situazioni che accadono
giornalmente intorno a noi minuto per minuto e non continuare ad isolarci
chiudendoci sempre più in noi stessi. La reazione poi a questo tipo di
“squilibrio” delle nostre forze, è quella di “evasione temporanea” alla ricerca
di un “momento di quiete” che diventa proprio quell'attimo fuggente, per
ritrovarsi poi il giorno dopo con i soliti problemi di sopravvivenza e nelle
condizioni di come li avevamo lasciati il giorno prima.
E' molto importante stimolare in tutti la partecipazione attiva, l'impegno e la
responsabilità personale e fare in modo che le “occupazioni” si inseriscano in
un andamento normale della vita quotidiana. Per migliorare la qualità della vita
è necessaria una corretta gestione del “tempo libero” . Alcune riflessioni: “il
tempo” come risorsa unica perché non la si può acquistare; è scarsa,
deteriorabile, illusoria. La domanda che spesso ci poniamo è: come utilizzare il
tempo libero. Il tempo scorre veloce (visto come quello dell'orologio), se si
svolgono mansioni gradevoli; procede con estrema lentezza se si deve fare
qualcosa di sgradevole, o quando non si ha un'occupazione. Sant'Agostino, nei
suoi scritti affermava di: “Sapere che cosa fosse il tempo, ma di non essere in
grado di darne una definizione. Enzo Tiezzi nel suo libro “Tempi storici tempi
biologici”, afferma che molta gente non capisce che “il mondo naturale non è un
mondo libero come noi occidentali intendiamo la libertà: il mondo naturale
funziona secondo leggi naturali e ci sono molti cicli del mondo naturale con cui
si deve vivere in armonia”.
E' una filosofia che bisogna abbracciare e che lo stesso Lucrezio aveva
racchiusa nei suoi due versi: “Gli esseri non cessano mai di nascere gli uni
dagli altri e la vita non è proprietà di nessuno, ma usufrutto di tutti".
Francesco Discienza (Milano)
A proposito dell'argomento "tempo" invio, del poeta francese Quoist, "L'ansia
del tempo".
La poesia, tra l'altro è stata il filo conduttore, per le nuove generazioni, il
leit motiv del raduno dei nati negli anni 1935-'36, tenutosi il 28 maggio
scorso, che si sono ritrovati dopo ben 60 anni a festeggiare alla Trattoria
Cialamina, nella cornice suggestiva di castagni secolari anch'essi.
L'ansia del tempo di M. Quoist
Gli uomini andavano.
Andavano, venivano, camminavano, correvano.
Le biciclette correvano,
le auto correvano;
tutta la strada correva,
la città correva, tutti correvano.
Correvano per non perdere tempo,
correvano dietro al tempo,
per recuperare il tempo,
per guadagnare il tempo.
Il bambino gioca, ora non ha tempo
forse, dopo...
Lo scolaro ha i suoi compiti da fare, e non ha tempo
forse, dopo...
Il giovanotto fa dello sport, e non ha tempo
forse, dopo...
I nonni hanno i nipotini, e non hanno tempo
forse, dopo...
Sono malati, hanno le cure da fare, non hanno tempo...
Arrivederci, scusate, non ho tempo.
Ripasserò, non posso aspettare, non ho tempo.
Chiudo questa lettera, perché non ho tempo.
Mi sarebbe caro aiutarvi, ma non ho tempo.
Signore, ho tempo
ho tutto il tempo che mi dai.
Gli anni della mia vita, le giornate dei miei anni,
le ore dei miei giorni sono tutti miei.
A me, colmarli, tranquillamente, senza ansia.
Non ti chiedo questa sera, Signore,
il tempo di fare questo e quest'altro.
Ti chiedo la grazia di fare con coscienza,
nel tempo che tu mi dai, ciò che tu vuoi
che io faccia.
Vi saluto cordialmente
Erminia Vezzelli (Bologna)
In riferimento a: "Quando l'uomo imparerà
a vivere senza ammazzare"
(Riflessione di copertina di Davide Bettuzzi
del numero 25 de la Luna nuova)
La natura e il suo tragico perfetto equilibrio
Ho scritto questo breve articoletto per spiegare a tutti i lettori il perché
delle guerre e per rispondere alla domanda in oggetto, che era in prima pagina
nel numero di marzo 2006.
La risposta è semplicemente "mai", e la risposta sta nel titolo di questo breve
articolo. Decine di milioni di anni fa, alcuni microrganismi iniziarono a
“rosicchiare” uno strano essere vivente di cui è stato trovato il fossile in
Africa, che viveva in tutta tranquillità senza disturbare nessuno! E’ la nascita
dei carnivori, dei predatori e anche della violenza.
La natura è di una perfezione indescrivibile e il bene del mondo si ottiene con
il sacrificio di tanti tanti individui. Alla natura non interessa nulla di una
singola unità vivente; quello che conta sono le specie nel loro complesso, non
l’individuo. E così la zebra abbandona il suo piccolo nelle fauci del leone,
mentre il coccodrillo uccide gnu ed impala che attraversano il fiume e tanti
altri animali (leoni, ippopotami, tigri, coccodrilli, uomo, ecc...) uccidono
anche i loro piccoli, il tutto che ci crediate o no, per permettere al mondo di
continuare ad esistere, un tragico perfetto equilibrio di cui anche l’uomo
ovviamente fa parte! E’ ovvio che noi inorridiamo di fronte ai massacri, guerre
ed uccisioni, ma la realtà è che se non fosse così, il disastro sarebbe totale e
oggi forse non saremmo qui a scrivere sulla “Luna nuova”. Un documentario (credo
Quark) calcolava che se non ci fossero state la prima e seconda guerra mondiale,
oggi nel mondo ci sarebbero miliardi di persone in più e in Italia saremmo,
credo, sui trecento milioni. Eccolo il tragico equilibrio che ovviamente noi
facciamo fatica ad accettare. La conclusione è che l’uomo, com’è sotto gli occhi
di tutti, ha un impatto ambientale estremamente invadente e distruttivo, per cui
la natura ha trovato nella bellicosità umana, uno dei sistemi per effettuare un
controllo demografico di questa specie che comunque aumenta di numero
continuamente. A quanto pare quindi l’appuntamento con l’invivibilità è
solamente rimandato e quello che sarà fa parte di un’altra puntata a cui noi non
assisteremo. Più di trecento milioni di anni fa, il mondo fu distrutto sembra da
un asteroide e la vita di allora insieme ad esso (vedi i dinosauri), ma neanche
una catastrofe di quella portata fu sufficiente per fermare la potenza della
natura, che ricostruì tutto nuovo, oggi sotto i nostri occhi! Concludendo non
c’è nulla che possiamo fare se i sassi sono duri e l’acqua è bagnata, se il
leone mangia la zebra e l’uomo fa le guerre! Continuiamo a lavorare per ciò che
ci sembra giusto ma, come diceva Konrad Lorenz, non perdiamo il contatto con la
natura e il suo perfetto tragico equilibrio.
Serafini Giovanni (Modena)
In risposta alla lettera di Ugo Beneventi:
Amministrare: essere al servizio della comunità
Amministratori "vecchi e nuovi"
Costrignano, 12/05/2006
Caro Ugo,
complimenti per il tempismo! La tua lettera pre elettorale, dopo tante scritte,
capita a “fagiolo” (alla vecchia guardia non si insegna nulla. Quando leggerai
la mia risposta, potrò essere o non essere amministratore di questo comune, ma
allora non avrà importanza, l’importante è che la gente sappia chi siamo o chi
siamo stati, e mi riferisco a Giorgio e a me. Ti farò un elenco di alcune opere
fatte a Costrignano in questi anni, da quando siamo diventati amministratori,
visto e considerato che nella frazione non ti si vede spessissimo, ma credo tu
le abbia viste e forse anche criticate, a partire dal rifacimento del campo
sportivo, alla costruzione del campetto polivalente, all’allargamento della
strada che porta in via Canevara e al Castellaro, al rifacimento della strada
che collega la provinciale alla zona artigianale, la zona artigianale stessa
(che dà lavoro a circa una trentina di persone) al rifacimento degli impianti e
la messa a norma della ex-scuola, anche se purtroppo, non più in funzione, ma
diventata sede dell’attuale Circolo di Costrignano.
Ancora... la sistemazione del cimitero con l'aggiunta di un pezzo nuovo, la
riapertura della vecchia strada che porta da Casiniero alla Chiesa passando
dalle “Fontanelle”, e poi altri interventi che non sto a citare...
Per quanto riguarda la questione Comunità Montana, che tu citi nella lettera, è
stata una storia travagliata da non so bene quali ambizioni, da parte di
qualcuno, la cosa certa, comunque è che non siamo e non faremo da “rimorchio” a
nessuno, continueremo, invece, ad avere un rapporto di collaborazione, come
sempre, con i comuni limitrofi per quanto riguarda alcuni servizi, come ad
esempio il segretario oppure l’assistente sociale, o l’assistenza ai malati
terminali, o ancora, l’acquisto di materiali, che presi in quantità maggiore
possano fare risparmiare soldi in questi anni di “vacche magre”. Il tuo
riferimento al “fuggire o tergiversare” beh... non è da me, e lo dimostra la mia
presenza al primo consiglio della Comunità Montana, dove si doveva approvare un
bilancio che io francamente non conoscevo bene, essendo entrato a far parte di
questo ente, solo da due settimane, per sostituire il dimissionario Guigli
Domenico. Il bilancio, comunque, è stato approvato, dando così modo agli uffici
competenti di potere operare con tranquillità. Sempre nella tua lettera, una
cosa giusta che mi ha colpito, è stata l’affermazione che un amministratore e
per di più un cristiano, debba essere colui che si pone al servizio degli altri
e del prossimo senza guardare ad interessi personali... d'accordissimo!, è
quello che penso da una vita e penso di averlo dimostrato in tanti anni
d’amministrazione e non solo.
Concludendo, sai bene che gestire le risorse dei comuni, oggi, è molto più
difficile di una volta, visti i nuovi “tagli” fatti dallo Stato a questi enti,
nonostante ciò qualcosa di positivo e visivo è stato fatto in questa frazione e
nel Comune, ma la domanda che mi sorge spontanea è: ma tu, Consigliere più
votato ed ex Presidente della Comunità Montana, al tempo delle “vacche grasse”,
come hai amministrato?
Cordialmente
Romano Caminati (Costrignano)
Costrignano, 30/05/2006: siamo stati rieletti.
Nuove lettere
A proposito dell'incidente della Campagnola
Carissima Luna,
devo comunicare ad alcuni cittadini del comune alcune importantissime nozioni
sul pronto soccorso. Con riferimento all’incidente verificatosi il 25 maggio
2006 in località Campagnola di Costrignano, in occasione del quale una persona è
rimasta intrappolata sotto un trattore a causa di un ribaltamento e per cui sono
intervenuti i volontari A.V.A.P di Palagano nei nomi di Caminati Giancarlo,
Ortonovi Tiziana e Casagrande Elio, il personale medico dell Elisoccorso 118
S.A.E.R., una squadra aviotrasportata dei VVFF di Modena ed una colonna mobile
terrestre attrezzata sempre dei VVFF di Pavullo, mi preme sottolineare quanto
segue, al fine di fugare dubbi, perplessità, critiche e quant’altro in relazione
all’operato e a difesa di quanti si sono prodigati per risolvere oltretutto più
che brillantemente i vari problemi medici e tecnici ad esclusivo e completo
favore dell’infortunato. Mi giova ricordare a quanti erano presenti al fatto e
che non hanno esitato a criticare, oltre che ad insultare le squadre di
soccorso, che dette unità sono quanto di meglio la Regione Emilia Romagna puo’
mettere in campo al verificarsi di tali eventi.
Prova ne è che l’infortunato non ha subito ulteriori lesioni in rapporto al loro
intervento e che presso l’ospedale di Baggiovara l’equipe medica di reparto ha
preso in consegna il ferito per il conseguente intervento chirurgico nelle
medesime condizioni in cui è stato soccorso e stabilizzato dai medici dell’elisoccorso,
i quali, ribadisco, hanno lavorato in piena sintonia con gli specialisti dei
VVFF senza causargli ulteriori lesioni o aggravamento delle condizioni generali.
Mi preme sottolineare, e qui mi rivolgo a quanti hanno criticato il “modus
operandi” delle varie squadre di soccorso,che la prima regola che si impone ai
soccorritori è quella di supportare i parametri vitali e stabilizzare il
paziente e solo successivamente attuare tutte le operazioni atte a liberare il
ferito. Voglio ricordare che contano più la competenza, la precisione e la calma
operativa in situazioni del genere, che l’improvvisazione, l’incompetenza e la
fretta perché da semplici ferite, facilmente curabili si può passare con estrema
facilità a guai molto più seri e persino alla morte. Per questo invito tutti a
riflettere su quanto è accaduto e su quanto si è detto ricordando per l’ennesima
volta che quando in particolari situazioni si richiede l’elisoccorso o dei VVFF
non arrivano in loco dei semplici volontari che hanno una modesta ma
importantissima preparazione,ma tecnici altamente specializzati, dei veri
professionisti del soccorso dei quali abbiamo il sacrosanto dovere di
ringraziare e rispettare sempre!
Dio ci guardi dagli "stregoni" e dai "fenomeni"!
Grazie.
Caminati Giancarlo
(Presidente AVAP Palagano)
Grazie Ivan
Cara Luna,
Da troppi anni abito in un paesino vicino a Monza (anche se con la testa sono
sempre a Boccassuolo), quindi, mi sono abituato al fatto che certi servizi, come
chiamare un elettricista, un falegname, un fabbro, un idraulico si pagano a caro
prezzo e bisogna anche dire grazie se dalla richiesta all’intervento passano
magari settimane.
Udite, udite quello che mi è successo la vigilia di Natale del 2005. Il 24
dicembre 2005 alle ore 10 arrivo a casa mia, la trovo bella calda (grazie a
Luciano della Lucia) che mi ha acceso i caloriferi precedentemente. Scarico la
macchina e mi trovo con la caldaia in “blocco” dovuto alla mancanza di pressione
nel circuito dei caloriferi, integro con acqua dell’acquedotto, ma dopo poco la
pressione comincia a diminuire e la caldaia si blocca, carico la stufa economica
al massimo e comincio la ricerca di un idraulico. Per primo chiamo Marino dalla
Formica il quale gentilmente mi dice che il fatto non è di sua competenza
poiché, lui, fa solo (però molto bene) i controlli dei fumi; però mi dice il
numero telefonico di Ivano (o Ivan) sempre della Formica che è la persona che mi
ha montato l’impianto di riscaldamento sette anni prima. Telefono, non è in
casa, la moglie mi dice che è in giro coi cacciatori e mi dà il numero del
cellulare. Chiamo, subito si interrompe la comunicazione. Dopo alcuni altri
tentativi a vuoto, ricevo la chiamata da Ivano il quale mi chiede chi sono, mi
fa controllare alcune cose dalle quali deduce che ho una perdita su di un
collettore, mi dice che passerà a fare la riparazione nel pomeriggio. Sono le
14, ricarico la stufa, accendo alcuni caloriferi elettrici, e pensando che
passerò un Natale un po’ freddo vado a fare un riposino. 14,45, miracolo, arriva
Ivano, ripara la perdita. A questo punto, chiedo con timore quanto devo per il
disturbo.
Udite, udite: ho dovuto lottare per fargli accettare due bottiglie di vino,
perché non voleva niente, per il fatto che l’impianto l’aveva fatto lui (ma
sette anni prima però).
Mia moglie non voleva crederci, e quando, tornato al paese dove purtroppo abito
abitualmente, racconto il fatto a conoscenti, non volevano crederci.
Per questo, anche se in ritardo e tramite la Luna, voglio dire apertamente
grazie a Ivano e che solo i montanari modenesi hanno un comportamento
“supernobile” che li distingue da tutti. A questo punto il saluto, come al
solito è uno solo (ma molto grosso), Grazie Ivan da parte di
Luciano di Boccassuolo
Grazie
Cara redazione “Luna nuova”, mi sembra molto bello iniziare questo scritto, che
vuole esprimere il mio grazie, con le parole di Papa Benedetto XVI: “L'amore non
si può esibire come si esibisce un'auto nuova... è la forza fondamentale della
realtà...”. Solo questa forza può far diventare nuova anche la luna... quindi
auguri.
Sono Suor Teresa Margherita, missionaria in Madagascar: desidero dirti e
testimoniarti che questa “forza” esiste ed agisce anche nella nostra valle tanto
da far scaturire iniziative in favore dei più bisognosi. Per questo voglio dirti
grazie e ripetere a tutti noi l'affermazione di Gesù: “Quello che hai fatto al
più piccolo dei miei fratelli, l'hai fatto a me” (Mt. 25.40). Solo se ci
lasciamo coinvolgere da queste parole e dalla Parola saremo promotori di Vita
Nuova... Personalmente alla luce della Parola di Dio mi sono creata degli slogan
che ripeto tra me e me e mi danno carica e forza. Ce n'è uno che mi piace in
modo particolare “occhio che vede cuore che accoglie” e proprio basandomi su
questo, oso affermare che tutto nella nostra vita può essere accolto e vissuto
come “bene”, solo se il nostro sguardo rimane aperto verso l'altro e verso
l'alto. Quante realtà bellissime e altruiste si verificano, a cui non avresti
pensato...
Accade... la morte di una persona cara che si trasforma in dono...
Accade... il sentirsi più fortunati di milioni di persone e cedi la tua parte.
Accade... la trasformazione di tante persone in “Babbo Natale” che offre
servizio, dà cose...ma soprattutto apre il suo cuore ricolmo d'amore.
Ecco quello che ho visto realizzarsi nella nostra vallata e voglio dire grazie a
tutti voi, anche a nome delle mie consorelle italiane, malgasce e delle migliaia
di bambini che avete aiutato e che aiutate! Grazie Signore di aver ispirato
persone a trasformare i fiori del funerale di mia sorella in medicine per il
Madagascar. Grazie all'AVAP di Palagano che ha voluto donare la somma a lei
destinata, raccolta nella stessa occasione, al Progetto sanitario per i
dispensari della nostra missione in Madagascar. Grazie alla Pro-Loco di Palagano
che ha devoluto parte dell'incasso della “Corrida di Natale 2005”. Grazie a
tutti coloro che sostengono la nostra missione con le adozioni a distanza.
Potrei continuare all'infinito con una lista di nomi e di doni che riassumo
ricordando e ringraziando i membri dell'associazione “SCILLA” e quelli no; a
tutti esprimo stima, riconoscenza, mentre assicuro la mia preghiera. Grazie alla
Redazione per avermi letto e pubblicato. A tutti buon lavoro e buone vacanze
all'insegna di “occhi che vedono e cuore che accoglie”! Chissà che non ci faccia
mettere da parte il costo di un gelato, di un pacchetto di sigarette, di qualche
chilometro inutile per “vedere” chi ha bisogno e “fare nostre” le sue
necessità... Resto disponibile per eventuali domande, per riparare dimenticanze
involontarie.
Ancora grazie e a tutti l'augurio di Pace e Bene!
Suor Teresa Margherita Fontana
Francescana di Palagano - (Costrignano)
Salviamo i luoghi del cuore
A “la Luna nuova”, che non può non essere ecologica, segnalo con gratitudine:
“Salviamo i luoghi del cuore”, iniziativa promossa dal FAI, per il recupero e la
difesa dell'ambiente. Da parte mia ho compilato a suo tempo, le cartoline
segnalando alla Fondazione, le miniere dei Cinghi di Boccassuolo e, quando in
seguito ho potuto leggere l'articolo del consigliere provinciale Telleri, non mi
è parso vero: ho provato una grande emozione, perché l'argomento ha risvegliato
un forte richiamo che era solo sopito e latente dentro di me da una vita! Quindi
occorre mobilitare tutta la Comunità per valorizzare finalmente “l'unica e ampia
offerta culturale e turistica” del mondo paesaggistico, escursionistico,
archeologico, storico, presente all'interno del territorio montano, con un
particolare accento sulle miniere di Boccassuolo... questo non per sterile
campanilismo, ma per l'unicità che caratterizza l'area suggestiva di grande
importanza storico-geologico-speleologico e naturalistico. Per gli abitanti e
oriundi della zona, sarebbe veramente un risalire alle origini delle proprie
radici e rientrare come nel ventre materno, in quanto, in ogni famiglia si
contava un emigrante e, uno su due, faceva purtroppo il minatore. Anche il mio
nonno materno lavorò per tanti anni nelle miniere americane del Colorado.
Erminia Vezzelli (Bologna)
"E se..."
A volte non scrivo, a volte scrivo troppo, a volte rompo (e me ne scuso), poche
volte ci prendo.
Mi è venuto in mente di fare sulla nostra “voce” uno spazio dedicato alla
fantasia, all’immaginazione, alle proposte, alle ipotesi e alla realizzazione di
“cose, desideri, aspirazioni e innovazioni, sogni tenuti nel cassetto” da
proporre alla popolazione, alle amministrazioni comunali, alle organizzazioni
culturali, sociali e alle associazioni in genere, e a tutta la nostra gente
sparsa per il mondo.
Un mio desiderio-sogno sarebbe quello di dedicare una strada al dottor Fontana
“e Dutur”, magari e possibilmente, a Boccassuolo...
Sono parte interessata, e con grande conflitto di interessi; ha portato mia
madre prossima al parto a Pavullo, mi ha aiutato a nascere e salvato la vita, mi
ha tenuto al battesimo, mi ha insegnato la gioia di essere boccassuolese; e, il
24 maggio era anche il suo compleanno (non ricordo in che anno fosse nato ma
sicuramente era una annata doc). Non so quello che materialmente comporti
l’intitolazione di una strada e come si deve agire. Giuridicamente e
legislativamente penso dipenda dal comune.
A Boccassuolo abbiamo una via che si chiama comunale (anonima, almeno una volta
si chiamava Umberto Maddalena, un supersconosciuto, penso fosse qualche gerarca
fascista, se non vero correggetemi). Il termine comunale poi ci subordina al
fatto che dipendiamo da Palagano e a noi boccassuolesi questo non va poi tanto,
tanto, bene (campanilisticamente parlando).
Spero che altri aderiscano all’iniziativa e che inviino le loro idee, mire,
aspirazioni e desideri per questa rubrica (sempre che quelli della Luna ci
ospitino).
A questo punto il saluto, come al solito è uno solo, da parte di Luciano:
“Evviva il dottor Fontana che ha sempre amato quelli di Boccassuolo”.
Ciao.
Luciano di Boccassuolo
Caro Luciano,
questa volta "c'hai preso". Il Comune ha già deliberato di intitolare l'attuale
"Piazza dell'Alpino" di Palagano al dr. Fontana.
Già che ci siamo ti informo anche che il nuovo piazzale ristrutturato della
chiesa parrocchiale di Palagano sarà intitolato a don Armando Galloni.
Permettimi di dire che mi sembra un gesto importante quello di perpetuare la
memoria di quelle persone che si sono dedicate con passione alla crescita della
propria comunità.
Davide Bettuzzi
Riportiamo la lettera che Gino ci ha inviato dal carcere di Sollicciano; sono
considerazioni molto profonde che ci permettono una volta di più di entrare in
un mondo che per noi quasi non esiste, rimosso dalla nostra vita a meno che non
ci tocchi direttamente. Ancora una volta Gino con le sue parole ci fa pensare e
guardare dentro di noi, altrimenti, distratti dal lavoro, da tutte le varie
incombenze giornaliere, dai divertimenti, non lo faremmo mai.
Per quanto riguarda la sottoscrizione per gli occhiali di Gino abbiamo raccolto
100 euro che ho provveduto ad inviargli; dubito che siano sufficienti, per cui
chi avesse l'intenzione di contribuire può farlo ancora secondo i soliti modi,
un grazie intanto a quanti lo hanno già fatto.
Gabriele Monti
Nel carcere si scrive...
Cara Luna,
mi inviti a scrivere... negli ultimi anni educatori, operatori penitenziari,
assistenti sociali, ricercatori, si avvalgono sempre di più del metodo delle
storie di vita, poiché esse possono essere identificate come significative
testimonianze capaci di lasciare indagare squarci di vita importanti, ma anche
come possibilità di suscitare altre narrazioni e riflessioni dell'individuo
stesso. Nel carcere si scrive. Si scrive per capirsi di più, per esprimere
speranza e per assaporare un senso di libertà che, altrimenti, non é consentito.
Si scrivono lettere, diari, poesie e canzoni, come non era mai accaduto. Le
narrazioni e la scrittura di sé nei luoghi di detenzione sembra essere una
necessità per non permettere al tempo trascorso e rubato in carcere di divenire
un tempo vuoto, sala d'attesa per non si sa cosa e quando. I detenuti - parlo in
generale di ogni carcere - se hanno fortuna, trascorrono il tempo partecipando
ad attività e, molte volte, nella solitudine della loro cella, scrivono. La
scrittura nei luoghi di reclusione è creatività che aiuta a sopravvivere e a
ricrearsi uno spazio di libertà. Diventa un veicolo per la scoperta di nuovi
mondi, nuove forme di pensiero e nuove capacità di espressione di sé, di altre
opportunità raramente individuate e prese in esame in passato. Un luogo
d'altrove che permette di migrare verso lidi migliori, di respirare aria pulita
e odori buoni e famigliari grazie alla potenza dei ricordi.
La possibilità di esserci, di pensare, di immaginare e di ricordare fanno parte
della propria individualità e sono potenzialità di ogni persona, di ogni
cittadino, e quindi, anche dei detenuti. Anche in carcere è, quindi, possibile
creare un tempo ed uno spazio in cui “prendere la parola” e coscienza della
propria esistenza.
La scrittura diventa una delle strategie di sopravvivenza tra le più utilizzate
per “fare resistenza”: una ”stanza tutta per sé” dove essere se stessi, dove
recuperare energia e linfa vitale. Scrivere in carcere rappresenta per il
detenuto narratore o scrittore autobiografo uno spazio per andare oltre, oltre
le sbarre, oltre il cancello, oltre la rigidità di certe visioni di sé e degli
altri.
E' un viaggio per rivisitare la propria vita, dare voce a momenti belli e
brutti, riscoprire la molteplicità delle proprie individualità ed intravedere in
tutto questo una prospettiva per il futuro. Il detenuto può riscoprire il senso
della realtà solo partendo da se stesso, nutrendosi dell'intreccio dei propri
ricordi, facendo affiorare da molto lontano parti di sé dimenticate o
cancellate.
A volte è sufficiente un profumo, un suono, un'immagine per riattivare e
recuperare ricordi dimenticati o messi a tacere... Scrivere per andare lontano,
pur restando fermi. In carcere si viene privati di molti diritti, ma non di
quello alla fantasia...
Il carcere non solo è da sempre una proficua fonte di ispirazione per studiosi e
romanzieri... nella prossima farò tutto un elenco di opere nate in carcere!
Grazie per tutto quello che avete fatto e... per quello che farete.
Gino Baccani - (Sollicciano - FI)
Tanto non mi risponderete neanche questa volta...
Scusatemi se vi riscrivo e lo faccio sapendo che non mi risponderete neanche
questa volta.
La prima lettera l'avete buttata via perché criticavo quelli del comune che
avevano fatto il ponte perché lo avevano fatto altri comuni e mi lamentavo
perché mi avevano venduto aria al prezzo della focaccia, ma era aria pesa perché
la bilancia segnava più di venti grammi; adesso non mi ricordo ma allora mia
figlia ci aveva fatto due conti ed erano quasi 400 lire. Ma voi difendete i
paesani ma non i quasi forestieri come me.
Ma ho visto che non vi interessa rispondere a cose che dovrebbero essere
importanti come la storia dell'acqua che dovevate solo spiegare quale acqua è
più leggera e cosa significano i dati che avete scritto. Invece voi non avete
fatto neppure questo. Ho letto il giornale da mia nipote ma non ho trovato
neanche una parola. Se lo avete fatto e sono io che non l'ho letto vi chiedo
scusa.
Sergio Pieroni (Pierani?)
Egregio signor Sergio Pieroni (o Pierani? non si capisce bene; a proposito:
chiediamo a coloro che ci scrivono, quando non lo fanno con macchina per
scrivere o col computer, di farlo in modo leggibile altrimenti si può incorrere
in errori), questa volta le rispondiamo perché le accuse che lei muove verso di
noi sono del tutto gratuite.
Ma andiamo con ordine: lei ci accusa di non aver pubblicato la sua prima
lettera, ebbene la sua lettera non era firmata, per cui, come stabilito non
poteva essere pubblicata; tutto qui, non abbiamo voluto difendere nessuno, ma
solamente applicare una regola che vale da sempre.
Mentre per quanto riguarda la “storia” dell'acqua, come la definisce lei,
probabilmente lei si è perso qualche numero della “Luna”, in quanto nel numero
24 del dicembre 2005 abbiamo pubblicato la lettera che lo stesso Torri Doriano
ci ha inviato, nella quale comunicava a tutti i lettori i risultati che aveva
trovato e che su sua richiesta sono stati affissi all'entrata del Municipio a
disposizione della popolazione.
Le sue accuse, come vede, sono tutte cadute, causate probabilmente dal fatto che
lei non può disporre regolarmente del nostro giornale.
Pertanto le consiglieremmo, se i fatti di Palagano continuano ad interessarla, e
se vorrà continuare a leggerci di trasmetterci il suo indirizzo.
Cordialmente
la redazione