Montefiorino

 

 

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Storia

Fino al 1170 il colle di Montefiorino fu disabitato. In quell'anno Bernardo Montecuccoli, responsabile delle difese del monastero di Frassinoro, vi fece innalzare, a presidio dei confini settentrionali delle Terre della Badia, una possente torre, intorno alla quale, negli anni successivi al 1234, nel periodo di più aspra contesa fra il monastero e il Comune di Modena, fu edificato il primitivo castello. Esso fu preso e distrutto dai Modenesi nel 1247. Rimasero in piedi soltanto il torrione eretto oltre settant'anni prima dal Montecuccoli e il moncone di un'altra torre, detta di San Michele per il fatto di ospitare al piano terreno una cappella dedicata all'Arcangelo. Per alcuni decenni la località rimase nel più completo abbandono. Nel 1278, per scongiurare il rischio che il Comune di Modena reclamasse i ruderi del castello e vi riedificasse un fortilizio avanzato nel cuore stesso delle Terre della Badia, I'abate di Frassinoro destinò il sito ad usi religiosi, restaurando alla meglio e riaprendo al culto la cappella di San Michele, che fu officiata da un monaco del convento di Vitriola, assistito da un converso, i quali presero stanza nel vicino torrione del 1170, rimasto pressoché intatto. Da allora quest'ultimo si chiamò Torre del Monaco e Luogo del Monaco fu detta la sommità del colle, dov'esso giganteggiava solitario fra le macerie del castello. Due anni dopo, i terreni circostanti furono concessi in affitto ad alcune famiglie di Vitriola e di Savoniero, che vi si trasferirono e vi costruirono le loro nuove abitazioni. Sorse allora, sulla spianata del poggio a sud della Torre del Monaco, I'abitato più antico di Montefiorino: un piccolo borgo murato, costituito da alcuni fabbricati innalzati attorno ad un cortile centrale, chiuso dal lato di levante da una muraglia. II castello fu riedificato, ampliato e ben munito, negli anni dal 1318 al 1320, dai Montecuccoli, che nel 1321, dopo avere imposto la loro signoria sull'intera val Dragone e sull'adiacente sponda destra della valle del Dolo vi stabilirono la loro residenza. Nel 1369 essi vi ospitarono per alcuni giorni l'imperatore Carlo IV, che nell'occasione riconfermò loro l'investitura su quelle terre già concessa dagli Estensi. Formato da tre corpi di fabbrica, che limitavano da altrettanti lati il cortile interno, chiuso a ponente da un alto muro, a ridosso del quale s'innalzava isolata I'antica Torre del Monaco, restaurata ed elevata ad oltre venti metri, il castello si articolava su tre piani nelle ali settentrionale e meridionale, due in quella mediana, con al piano nobile vasti saloni illuminati da ampie finestre, tanto da meritare il nome di Palazzo della Rocca. I Montecuccoli innalzarono anche, a sud del borgo, una torre difensiva, che inizialmente fu detta Torre del Poggio e poi Torre del Mercato, dopo che sulla spianata adiacente comincio a tenersi il mercato che fino ad allora si era svolto a Vitriola. Nel 1426 al governo dei Montecuccoli si sostituì, per volonta popolare, quello diretto dagli Estensi, che fecero di Montefiorino il centro amministrativo di una importante podesteria, comprendente, oltre al capoluogo, altre otto comunità: Vitriola, Casola, Frassinoro e Riccovolto, in Val Dragone, e Rubbiano, Romanoro, Morsiano e Muschioso, con Rovolo e Fontanaluccia, in Val di Dolo. L'amministrazione della cosa pubblica fu da allora curata, secondo gli ordinamenti degli Statuti del Frignano, da un podestà di nomina ducale, assistito da un consiglio di otto membri, uno per ogni comune della podesteria. Fino al 1797, quando essa fu soppressa, nessun feudatario signoreggiò più quelle terre, che rimasero sotto il dominio immediato degli Estensi. Dei domini di Casa d'Este e successivamente degli Asburgo-Lorena, che all'inizio dell'Ottocento, dopo la parentesi napoleonica, succedettero ad essa sul trono di Modena, Montefiorino seguì le sorti fino al 1860 e al plebiscito che decretò I'annessione del ducato modenese al regno d'Italia. Durante I'ultimo conflitto mondiale Montefiorino fu sede del governo della repubblica partigiana che dal giugno all'agosto 1944 anticipò la restaurazione delle libertà democratiche in una vasta zona delle due vallate, alle spalle della Linea Gotica ed in pieno territorio controllato dalle truppe naziste. Come "vessillifero della Resistenza" nella nostra montagna, il Comune di Montefiorino fu insignito nel 1972 della medaglia d'oro al valor militare. La rocca trecentesca, più volte restaurata, è oggi sede dell'amministrazione comunale e della comunità montana Modena Ovest ed ospita il museo della Resistenza, che raccoglie le testimonianze dell'epoca della lotta partigiana. Conserva la base del primitivo torrione del XII secolo, con un portale a tutto sesto architravato (tamponato) e una finestrella pure a tutto sesto; mentre della costruzione duecentesca rimangono tracce di alcuni portali. La cappella di San Michele, sconsacrata a tempo dei Montecuccoli e riaperta al culto nel periodo estense, non esiste più. La chiesa parrocchiale, dedicata a Cristo Re, fu costruita nella seconda metà dell 1800. Ha navata unica ad abside poligonale. A lato di essa s'innalza la trecentesca Torre del Mercato, adattata verso la meta del nostro secolo a torre campanaria. All'entrata del paese sorge un piccolo oratorio seicentesco, oggi dedicato alla Madonna di Loreto, coperto a lastre e preceduto da un elegante portichetto, sostenuto da colonnine di arenaria. Fu chiesa parrocchiale di Montefiorino prima della costruzione di quella attuale.

Bibliografia: "L'Appennino Modenese di Ponente", Comunità Montana Appennino Modena Ovest, 1996